Si spara ancora per le strade di Napoli.
All’indomani dell’agguato messo a segno nei pressi del mercato della Duchesca, nell’ambito del quale un uomo e morto ed un altro è rimasto gravemente ferito, stavolta, quest’oggi, ad accogliere il lugubre terrore che solo e soltanto il sangue misto a polvere da sparo sa evocare, è via Carbonara. Si spara ancora e, per giunta, lungo una striscia di strada che giace a poca distanza da quella in cui è avvenuto il raid consumatosi proprio ieri pomeriggio.
Luigi Galletta, 21 anni, professione gommista, incensurato, ucciso nell’ambito di un’azione criminale che presenta i tratti peculiari ed inconfondibili dell’agguato e che lascia intravedere in maniera piuttosto esplicita la matrice camorristica.
Raggiunto da tre colpi d’arma da fuoco al petto, da un uomo che ha messo a segno l’esecuzione a volto scoperto, Luigi è stato trasportato immediatamente in codice rosso al Loreto Mare in gravissime condizioni, ma nulla hanno potuto i medici al cospetto dell’enorme entità delle ferite riportate. Secondo delle testimonianze che non hanno, però, trovato riscontro nelle indagini fin qui svolge dagli inquirenti, il ragazzo, qualche ora prima, avrebbe subito un’aggressione all’interno della stessa officina in cui lavorava, proprio lì, dove poco dopo, è stato raggiunto da quei proiettili rivelatisi fatali per il proseguo della sua stessa esistenza.
Gli organi di stampa che staticamente “copiano ed incollano” la notizia, definiscono Luigi un “uomo”.
Probabilmente, a dispetto della sua giovane età, Luigi, di fatto, nella testa e nelle intenzioni, lo era già. Eppure, appare una definizione formalmente corretta, ma sostanzialmente azzardata.
Ma quand’è che si diventa uomini?
Quando dimostri di avere “gli attributi” perché disponi del “coraggio” necessario per impugnare una pistola e togliere la vita ad un 21enne? O lo diventi perché, a 21 anni, perdi la vita in un agguato?
Luigi era un ragazzo che stava cercando di capire cosa voler essere da grande, quando sarebbe giunto al termine del percorso che lo avrebbe portato a divenire un uomo maturo. Probabilmente, così sarebbe andata, se solo non fossero piovuti quei tre proiettili lungo la sua strada, oggi, in quella strada. In via Carbonara: lì dove consuetamente lavorava e lì dove ha trovato la morte.