I funerali, il momento più straziante e solenne: in via Diocleziano a Fuorigrotta quello della 22enne, Livia Barbato, diplomata all’Accademia d’arte e fotografa freelance, nella chiesa di Santa Maria la Bruna a Torre del Greco, quello di Aniello Miranda, 38 anni, una moglie e due figli.
Due morti maturate nell’ambito del medesimo schianto frontale, generato dalla folle manovra compiuta da un’unica mano: quella di Aniello Mormile, 29 anni, fidanzato di Livia che lo scorso venerdì notte, al termine di una serata trascorsa in un locale puteolano, dove aveva lavorato come dj, ha effettuato un’inversione di marcia nel bel mezzo della tangenziale, percorrendo ben cinque chilometri contromano, fino a procurare quel letale impatto costato la vita a quei due corpi, salutati per l’ultima volta da una commossa e gremita folla, raccolti in due bare.
Due destini parimenti segnati dalla stessa sorte, seppur lambiti da emozioni diverse: Livia era legata sentimentalmente al suo aguzzino, Miranda stava semplicemente andando a lavorare. Due sciagure di portata indescrivibile intorno alle quali, adesso, si cerca di ricostruire il senso, la motivazione che ha spinto il dj a compiere quella manovra proibita e letale.
In tale ottica, la testimonianza di Salvatore Raglione, il primo che ha prestato soccorso, potrebbe essere decisiva per chiarire quello che è accaduto. Raglione, che lavora nel settore della climatizzazione e del riscaldamento, poco dopo le quattro e mezzo di sabato percorreva la Tangenziale dal Vomero verso Pozzuoli.
Sopraggiunto sul luogo dell’incidente poco dopo l’impatto. In quel tratto la Tangenziale è buia. L’uomo ha visto una massa, pensava che si trattasse di carcasse di auto vuote, rimaste lì in seguito ad un incidente e che attendevano di essere rimosse, ma che i corpi fossero già stati estratti.
Poi, un nuovo dettaglio ha fatto sì che l’uomo comprendesse appieno quanto si stesse consumando sotto i suoi occhi: «Ho visto che il conducente della Clio allungava un braccio. Ho preso una bottiglia d’acqua, mi sono avvicinato e gli ho chiesto come stesse».
«Mormile era lucidissimo, cosciente e in discrete condizioni. Ha detto: io sto bene, pensa alla mia ragazza dietro. Non riusciva a muoversi. Non so se fosse rimasto incastrato o avesse subìto una lesione alla colonna vertebrale».
Livia era dietro: «Ho pensato: o stava dormendo o si era rifugiata sul sedile posteriore perché aveva paura. Gemeva e si vedeva che era molto grave. Nell’incidente le era stato asportato il cuoio capelluto. Povera ragazza. Io non ho toccato nessuno dei due, per evitare di aggravare involontariamente le loro condizioni. Quando mi sono avvicinato al conducente della Panda ho compreso che purtroppo era già morto. Una brutta, bruttissima scena».
Proprio il ritrovamento del corpo della ragazza sul sedile posteriore, secondo gli esperti in materia, rappresenterebbe l’inconfutabile prova del fatto che Mormile abbia attuato un autentico femminicidio, in quanto, alla base di quell’inversione ad U, possa celarsi la chiara intenzione di spaventare la ragazza. Quest’ultima, probabilmente, proprio perché intimorita dalla manovra del fidanzato, ha cercato rifugio sul sedile posteriore della vettura, ma ciò non è comunque servito a salvarle la vita.
Intanto, è stato individuato uno degli automobilisti che sabato è riuscito a schivare per un pelo la Renault Clio di Aniello Mormile che procedeva contromano sulla tangenziale. L’uomo sarà ascoltato nell’ambito dell’inchiesta condotta dal pm Salvatore Prisco e coordinata dal procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso. Sempre sul fronte delle indagini il testimone che ha ripreso l’auto di Mormile ha consegnato il filmato al commissariato di Roma, dove il ragazzo vive. Intanto, il vicequestore Eugenia Sepe e il commissario Fulvio Papa della Polstrada stanno procedendo a interrogare gli amici dei due ragazzi. Sarà ascoltato anche il gestore del locale dove il dj si è esibito con l’obiettivo di ricostruire le ore che hanno preceduto la folle corsa in tangenziale. La polizia è impegnata anche a risalire al camionista che, così come si vede nelle riprese del sistema di videosorveglianza, per primo ha schivato Mormile dopo che questi aveva invertito la marcia con una manovra a “U”. Queste testimonianze sono ritenute importanti per chiarire il comportamento del ragazzo. Dalle riprese si vede il dj che, arrivato quasi alla barriera degli Astroni, inverte con tutta calma la marcia, poi sembra spegnere i fari (forse restano accese solo le luci di posizione) e procede contromano per cinque chilometri nella corsia di sorpasso nonostante le segnalazioni degli altri automobilisti, fino all’impatto mortale con l’auto di Miranda.
Intanto, l’opinione pubblica non tollera né riesce a perdonare quel folle atto criminale a Mormile. Sui social piovono insulti ed accuse contro il 29enne, il suo account facebook è stato cancellato, in seguito ad un’autentica valanga di minacce ed insulti rivolte al dj.
E non è tutto. Innumerevoli sono le pagine create sul medesimo famigerato social network che vomitano rabbia contro Nello Mormile. “Per il killer della Tangenziale di Napoli…una pagina affinché possa giungergli dal social un applauso per il gran gesto compiuto uccidendo due innocenti!”.