“Vedete, giurnalì, voi siete come le guardie. Tutte le volte che vi segnalano delle tracce di sangue per terra, dovete arrivare sul posto e chissà che sperate di trovare. Siete come le guardie: tenete ‘a capa tosta. Non lo volete capire che non c’è niente da scoprire oltre quello che si vede per terra. Allora, se sono solo tracce di sangue è una notizia di “cronaca a metà”. Se ci scappa il morto, invece, è cronaca nera.”
Queste le dichiarazioni che aleggiano in via Cupa Vicinale Pepe, nel quartiere Ponticelli, nell’area est di Napoli, all’indomani dell’ennesimo episodio di cronaca scalfito da spari che hanno ridotto in fin di vita un ragazzo di 29 anni.
È lì che ieri sera, gli agenti hanno perlustrato la zona ed hanno trovato un proiettile calibro 9 inesploso e tracce di sangue. Più tardi, Donato Buonaiuto, 29 anni, residente a Portici, più volte denunciato per reati contro il patrimonio ed altro, è giunto, accompagnato da un fratello, S.B. 30 anni, anche lui più volte denunciato in passato, all’ ospedale “Villa Betania”, con una ferita da arma da fuoco alla gamba destra. Le condizioni di Buonaiuto sono apparse gravi ed è stato trasferito al “San Giovanni Bosco”, dove è stato operato di urgenza. La prognosi è tuttora riservata. Nella tarda serata anche S.B. si è recato a “Villa Betania”. I medici gli hanno diagnosticato una ferita da punta e taglia al tronco, guaribile in 7 giorni. Secondo una prima ricostruzione degli agenti del Commissariato Ponticelli che conducono le indagini, il duplice ferimento sarebbe sorto al culmine di una lite per motivi di gelosia.
Donato Buonaiuto sarebbe giunto a bordo di una moto a Ponticelli, dove vive la ex compagna, dalla quale ha avuto un figlio. Poi la lite alla quale hanno preso parte alcune persone che la Polizia sta cercando di identificare ed i colpi di pistola esplosi contro il 29 enne. Anche un terzo fratello avrebbe assistito ai fatti. Gli orari riferiti alla Polizia dai fratelli Buonaiuto, però, non coincidono e la dinamica dei ferimenti è ancora da accertare.
Via Cupa Vicinale Pepe: una strada costeggiata da palazzoni che pullulano di abitanti, a due passi da via Argine, a due passi dal Rione Incis, non molto distante dal Rione Conocal.
Eppure, stavolta, secondo gli inquirenti incaricati di far luce sul confusionario accaduto, non c’è di mezzo la camorra.
“Dicono che sia colpa di una femmina. Ma io non lo so, non abito qua… Oggi sto qua perché sono venuto a trovare certi parenti miei.” E anche questa è una vecchia storia, già scritta, raccontata, riproposta ed ascoltata, tante e tante volte.
Già. È sempre la stessa storia.
Occhi senza pupille, orecchie senza timpani, bocche senza corde vocali, gente senza dignità.