“Non è come raccontano i giornali, quando acquisti l’amnè non lo sai che stai comprando roba tagliata con l’acido, pensi di acquistare del “fumo” normale.”
Inizia così la mail giunta alla nostra redazione da parte di un giovane lettore che argomenta n questo modo le motivazioni che lo hanno indotto a contattarci: “i giornali sono un canale di comunicazione importante, ma devono utilizzare nel modo giusto il loro potere, perché rischiano di far passare concetti sbagliati e di fare solo tanta confusione, invece di aiutare a chiarire le idee.”
È una vomitata di confessioni e paure questo messaggio che racconta l’amnésia con gli occhi di chi l’ha personalmente conosciuta “quella roba”.
“Fumare erba o sostanze diverse dal semplice tabacco si sa che è un’abitudine diffusa tra i giovani. È inutile scandalizzarsi e fare i moralisti. Le canne non se le fumano solo quelli che vanno a fare gli aperitivi a Chiaia e il fumo non si compra solo al Rione Traiano oppure a Scampia. Dai piccoli paesi di provincia alle strade più chiassose della città, ovunque, ci sono ragazzi che si fanno gli spinelli. Ho 15 anni, sono due anni che fumo abitualmente erba, non mi è mai successo niente. A volte, può capitare che dopo aver fumato ti senti “strano”, ma non per effetto dello “sballo” che deriva dal fumo. Adesso, forse, riusciamo a dare un nome e una ragione a quella sensazione.
Nessuno, che io sappia, quando va a comprare l’erba chiede espressamente dell’”amnè”. È giusto che i giornali ne parlino, ma è più giusto che i ragazzi come me capiscano cos’è successo ad alcuni nostri coetanei, dopo aver fumato uno “semplice” spinello.
Potrebbe capitare a qualsiasi consumatore di fumo o erba, se quelli ti piazzano quella roba impastata di acidi ed altre schifezze. Loro utilizzano questo metodo per aumentare la dipendenza da parte dei fumatori. Ce lo hanno spiegato alcuni ragazzi più grandi con i quali, l’altro giorno, in piazza, io e i miei amici ci siamo ritrovati a commentare la notizia. Questi ragazzi ci hanno spiegato che anche le multinazionali che producono le sigarette fanno così: trattano le foglie di tabacco con sostanze che creano dipendenza. È una tecnica per incrementare il business. Gli acidi, il metadone, però, sono un’altra cosa. È una cosa più grave.
Prima del momento in cui ho visto un mio amico star male, camminare male e comportarsi come se il cervello gli funzionasse “a scatti”, non avevo mai veramente capito quali possono essere i danni che può procurare uno spinello. Un solo spinello “fatto male”. Questo mi sconvolge, oggi. Tantissimo. Pensare che ne basta uno incartato con quella roba dentro e ti si spappola il cervello.
Allora, mi è venuta voglia di condividere le mie paure con i ragazzi che si trovano nella mia stessa condizione per sentirmi meno perso. E, soprattutto, per fare questa riflessione a voce alta insieme a loro: chi c’è dentro lo sa, non esistono “spacciatori” fidati. A conti fatti, vendere quella roba è il loro mestiere e se pure dovessero sapere che quell’erba che ci stanno venendo è l’amnè, di certo, non si creerebbero nessuno scrupolo di coscienza nel riporla tra le nostre mani. Tra il mio cervello e una canna io so bene chi scegliere e ho scelto di farlo prima che una canna mi bruci il cervello.”