Ha appreso soltanto ieri di essere l’artefice della morte di due persone: la sua fidanzata e un padre di famiglia. Aniello Mormile, 29 anni, dj, autore di una manovra-shock nel bel mezzo della tangenziale di Napoli e nel cuore della notte tra venerdì e sabato. Una manovra lenta, compiuta con lucida maestria. Un dettaglio che fa vacillare il potenziale alibi della guida in stato di ebbrezza.
Per gli inquirenti, il ragazzo ha agito con cognizione di causa e la tratta percorsa contromano a fari spenti, andrebbe ad avallare l’accusa di omicidio volontario.
Aniello voleva uccidere e la destinataria di quella malsana attenzione doveva essere la sua ragazza. Questa la pista che il gip della Procura di Napoli incaricato di ricostruire i fatti per far luce sulla vicenda sta percorrendo.
Per questa stessa ragione è stato diramato un appello a presentarsi alla polizia statale di Fuorigrotta per raccontare cosa è stato notato – anche il minimo particolare – quando è sfrecciata quella vettura a fari spenti, sulla stessa carreggiata, ma a marcia invertita. Un dettaglio troppo inverosimile per essere passato inosservato agli occhi di almeno tre automobilisti che hanno incrociato l’auto guidata da Mormile e che potrebbero essere a conoscenza di particolari, a loro avviso, irrilevanti e che potrebbero, invece, rivelarsi cruciali per giungere alla ricostruzione totalitaria di quei cinque chilometri di follia. Gli inquirenti puntano a dare una spiegazione attendibile sulla manovra killer al volante ed Aniello Mormile non ha fin qui mostrato segnali di collaborazione in tal senso: ieri mattina, dopo aver appreso della morte della fidanzata e di un altro uomo, si è detto sconvolto, ha perso lucidità, si è chiuso in una sorta di mutismo.
Al contempo, il gip Claudio Marcopido ha accolto la ricostruzione della Procura di Napoli e ha disposto il carcere per il 29enne, ritenuto responsabile di duplice omicidio volontario. Mormile è destinato a finire dietro le sbarre, dopo l’operazione alla quale verrà sottoposto per effetto della frattura di tibia e perone rimediata nell’ambito di quello stesso violento schianto.
Ieri mattina, Aniello, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere, scegliendo una strategia processuale figlia dello stato di scarsa lucidità psicologica, ma proprio in mancanza di una spiegazione alternativa a quella dell’omicidio volontario, il gip ha accolto la ricostruzione investigativa offerta dalla Procura. Stando a quanto emerge dalla misura cautelare, inoltre, Mormile va ritenuto pericoloso, in grado cioè di reiterare una condotta dannosa per sé e per gli altri, quanto basta a giustificare la misura del carcere. Omicidio volontario, dolo eventuale, c’era consapevolezza – a leggere gli atti delle indagini – c’era intenzionalità nell’azione del dj.
C’è stata fermezza e determinazione nel compiere l’inversione a «U» e la guida è apparsa sicura per un lungo tratto di strada, quasi a contraddire la versione dello stato di assoluta incoscienza. Il tutto a fari spenti, quasi in una sorta di disegno preordinato, insistono gli inquirenti.
Al lavoro sul caso della tangenziale, sono il pm Salvatore Prisco, coordinato dal procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso, che hanno passato al setaccio i primi elementi acquisiti nel corso delle indagini. A partire dal video choc diramato dalla polizia stradale, in un fascicolo destinato ad arricchirsi della versione delle potenziali testimonianze che verranno raccolte.
Oggi intanto l’inchiesta va avanti. Si battono piste diverse. Saranno acquisite le chat su facebook dei due ragazzi, a partire dal «post» a forma di cuore di venerdì scorso – un giorno prima della tragedia – per capire se ci sono stati dissapori o motivi di gelosia, che possono aver scatenato un litigio e raptus omicida. Questa mattina è prevista l’autopsia sul corpo della ragazza uccisa e una serie di accertamenti irripetibili per lo stesso Mormile nel tentativo di accertare eventuali assunzioni di droga. Come è noto, il dj aveva bevuto, il tasso alcolico riscontrato era quattro volte superiore alla norma.