Sembrava soltanto una telefonata, quella tra la cantante di origini marocchine Malika Ayane e il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, ma ha significato molto di più.
Quella solidarietà che una persona come tante ha voluto rappresentare, sui social e quindi davanti agli occhi di tutti i suoi fan (e non solo) sparsi in tutto il mondo, ha colpito il cuore dei Napoletani e del primo cittadino, che si è sentito toccato nella sensibilità dalle parole di una “grande” che napoletana non è, eppure è stata in grado di comprendere in pieno lo spirito con cui qualche disordine avvenuto non deve rovinare l’immagine della Città del Sole.
Un gruppo di aderenti ai movimenti di disoccupati aveva creato qualche scompiglio nell’atmosfera del programma televisivo a cui la cantante aveva preso parte (“Parallelo Italia”), andato in onda martedì sera in diretta da Piazza Municipio e condotto da Gianni Riotta.
Il conduttore, intervistato dal Corriere, ha dichiarato, riferendosi ai manifestanti: “Li abbiamo più volte invitati ad intervenire. Hanno rifiutato aggiungendo: ‘Vogliamo solo far casino’. La trasmissione è risultata inascoltabile, hanno tirato una bottigliata contro la signora Malika Ayane, gli ospiti erano intimiditi e la gente non riusciva a parlare dalla platea. Un mio collega li ha sollecitati a portare le loro rivendicazioni sul palco e loro hanno ribadito il proprio no, continuando a protestare e aggiungendo: ‘Facciamo questo di mestiere'”.
E ancora ha raccontato: “Un ufficiale di polizia mi ha detto: ‘Volete le maniere forti?’. Gli ho risposto che assolutamente non volevo le maniere forti nei confronti di nessuno, e proprio per questo non ero disposto a tollerare le maniere forti con me né con miei ospiti. Uno dei facinorosi è arrivato fin sopra il palco — ed è assolutamente riconoscibile nei filmati — e ha contestato e urlato davanti alla polizia che non ha non ha fatto proprio nulla. Mi scuso con gli ospiti, erano tutti molti intimiditi, l’atmosfera era terribile e il pubblico spaventato”.
“Forse avrei dovuto chiudere la trasmissione e dicendo: ‘Napoli non ci dà le condizioni per andare in onda’. Per serietà e per rispetto nei confronti della città, però, ho preferito continuare”.
Da qui è partita la polemica secondo cui in alcune città non sarebbe possibile realizzare eventi di questo tipo. A cui De Magistris ha replicato: “Napoli dimostra tutti i giorni che è in grado di accogliere ogni genere di iniziativa. In momenti di tensione bisogna avere la capacità di gestire la piazza e coniugare la realizzazione del programma con l’esercizio del dissenso in modo democratico e pacifico”.
Ecco invece le parole di Malika su Facebook:
“#Napoli questa mattina ha una luce meravigliosa, un peccato lasciarla. Approfitto però della strada verso l’aeroporto per dire la mia su ieri sera che a leggere Twitter o i siti di quotidiani sembra sia successo chissà cosa.
Gianni Riotta mi ha telefonato qualche giorno fa per invitarmi al suo programma. Gianni è una persona gentile e un paio di anni fa si è lasciato intervistare da me salvandomi dal buco nero degli ospiti nella prima edizione di ‘Sold Out’ e poi ero di strada, ovvio che abbia detto si. Ho chiesto di non essere coinvolta in discussioni a sfondo politico perché, pur avendo un’opinione, siamo in un momento in cui capita che le opinioni si urlino – sinceramente a me non piace urlare – e perché volevo evitare che le mie parole potessero essere fraintese o strumentalizzate. Mi piaceva l’idea che ad un programma in cui si discute ‘cosa succede in Italia’ ci fosse spazio anche per “altro”, non solo per l’analisi di drammi e difficoltà. Perché in Italia succedono moltissime cose, per fortuna.
Infatti non mi è stato chiesto di dare nessun contributo verso temi delicati e il dibattito è stato lasciato a chi, piaccia o non piaccia, per lavoro si occupa di politica. Il motivo per cui ho smesso di cantare è molto semplice. Nessuno mi ha preso a bottigliate come ho letto in giro, ho visto una bottiglia di plastica sfiorare Brando e ho visto contestatori e polizia correre, il pubblico dentro la transenna attonito e spaventato. quando ho percepito un clima teso e surreale mi sembrava di estremo cattivo gusto rimanere sul palco a favore di camera. Nessuna indignazione, mi sentivo solo un filo fuori luogo. Se fossi rimasta lì a finire di fare il mio lavoro, forse non se ne sarebbe accorto nessuno.”