Giulio Murolo ha tentato il suicidio in carcere. L’uomo arrestato il 15 maggio per strage, ha cercato di togliersi la vita a Poggioreale, dove è attualmente rinchiuso, assumendo lunedì scorso una elevata dose di farmaci.
I compagni di cella del reparto Firenze hanno dato l’allerta. Dopo aver notato che Giulio era adagiato sul letto immobile, hanno chiamato il medico di guardia.
Immediato il ricovero urgente in ospedale. Arrivato al pronto soccorso del Cardarelli, il 48enne ha rifiutato la lavanda gastrica ed il ricovero. Dopo un’intera giornata trascorsa sotto osservazione, Murolo è ritornato in istituto.
L’infermiere che ha provocato 5 morti e tanti feriti sparando all’impazzata contro fratello, cognata e passanti in strada, a Secondigliano, ha pensato di togliersi la vita.
Antonella Guida, direttrice sanitaria dell’Asl Napoli 1 Centro, ha spiegato la dinamica delle azioni di Murolo: “Ha fatto finta di ingoiare la sua dose quotidiana di farmaci, magari l’ha nascosta sotto la lingua ed usata tutta insieme per un cocktail. Le sue condizioni non destavano particolari preoccupazioni per cui è stato riammesso al centro clinico di Poggioreale, sorvegliato a vista dalla polizia penitenziaria e seguito da noi dal punto di vista sanitario”.
Avendo tentato il suicidio Murolo ha rifiutato le cure sperando di farla finita. D’altro canto sottolinea la signora Guida, il gesto potrebbe rappresentare “la consapevolezza di aver compiuto solo un’azione dimostrativa sapendo bene di non aver ingerito una quantità letale di medicinali. Del resto Murolo è un infermiere, conosce bene i dosaggi”.
Prestata l’assistenza di base al detenuto, clinicamente monitorato allo stato attuale dei fatti, resta riservata la diagnosi psichiatrica sul caso.