Luigi Leone, 17 anni e una passione innata per il calcio, sport per il quale palesava una naturale ed innata predisposizione che faceva di lui un predestinato con un futuro certo da calciatore, secondo chi lo ha conosciuto, amato e vissuto.
Tra Luigi e la concretizzazione di quel sogno si è interposto uno scoglio, contro il quale la sua vita si è infranta.
Figlio di un tassista e di una casalinga, Luigi viveva a via Nicotera e frequentava l’istituto De Sanctis: gentile, cortese, gioviale, galante, era uno di quei ragazzi che talvolta si divertono ad ostentare una durezza sfoggiata prettamente per mascherare un cuore tenero.
Lo scorso venerdì pomeriggio, mentre Luigi era sugli scogli di Castel dell’Ovo in compagnia degli amici, si sono consumati quei fugaci attimi che hanno irrimediabilmente segnato quella giovane vita.
Il giovane si era arrampicato lungo la muraglia del castello e nel tentativo di scendere era scivolato contro gli scogli ed è poi precipitato in acqua. Immediato il soccorso degli amici che erano con lui, era cosciente, sembrava che non si trattasse di nulla di grave. Poi pian piano ha perso i sensi, è arrivata l’ambulanza che l’ha portato all’ospedale Loreto Mare. Con l’avvicendarsi delle ore la situazione si è sempre più aggravata fino a giungere alle 3 della notte dello scorso lunedì, quando Luigi ha perso la sua partita più importante ed è morto.
Gli amici, i compagni di classe e di squadra, lo descrivono come un ragazzo che mangiava la vita a morsi, come faceva con gli avversari sul campo.
I compagni di squadra, i dirigenti e gli allenatori della scuola calcio Materdei raccontano che Luigi sarebbe senz’altro riuscito a ritagliarsi un posto nel mondo del calcio, tant’è vero che davanti al giovane terzino sinistro si erano già aperte le porte del calcio vero: all’inizio di agosto sarebbe partito per Cassino, per prendere parte al primo ritiro da calciatore della sua vita. Era un piccolo campione, questo era chiaro a tutti. Anche il Torino lo aveva notato e aveva iniziato a tenerlo d’occhio: era pure stato convocato per uno stage con i baby granata.
Gli amici che hanno assistito all’incidente sono sconvolti dal dolore ed imbufaliti con il destino: non è stato un tuffo azzardato a far morire Luigi, ma una banale scivolata. Luigi non era un imprudente ed era troppo legato alla sua vita, ai suoi sogni per metterli a repentaglio in maniera così grossolana. Queste sono entrate a gamba tesa peculiari del destino.