Lo stilista Elio Fiorucci si è spento all’età di 80 anni, all’interno del suo appartamento in zona Porta Venezia, a Milano. A trovarlo, ieri, sono stati i soccorritori, intervenuti in seguito all’allarme lanciato dai familiari poiché non rispondeva al telefono.
Sarà stato forse un malore, perché pare non avesse problemi di salute. Come anticipato, aveva da poco compiuto gli 80 anni, e a chi è stato un Fiorucci-addicted sembra impossibile, visto che ha sempre precorso i tempi e le tendenze, insomma è sempre parso giovane senza mai indulgere ai giovanilismi.
Perché Elio Fioriucci era molto più che stilista, era uno che sapeva cogliere lo spirito del tempo e tradurlo in stile di vita, moda, oggetti che comunicassero la sua voglia di vivere e la sua curiosità. Milanese, classe 1935, a 17 anni aiutava già il papà nel suo negozio di pantofole, e a nemmeno 30 apriva il suo, nella centralissima Galleria Passarella. Chiamarlo negozio non rende, perché era il primo concept store italiano, una finestra sul mondo con le novità che arrivavano direttamente da Londra e da New York.
Nel 1970 arriva la prima linea di jeans e l’intuizione di un marchio, complice l’architetto e designer Italo Lupi, che diventa riconoscibile dal Giappone al Sud America: Sono i due angioletti Fiorucci, un cherubino moro e uno biondo. Dolce è indossare un paio di jeans a vita alta, morbido sui glutei, un rodeo sexy che comincia a scuotere anche l’Italia.
Nel 1974 il secondo negozio in via Torino dove si vendono anche profumi e borse, poi la consacrazione internazionale con l’apertura del negozio a Londra e infine lo store a New York. Uno spazio sulla 59esima disegnato da Ettore Sottsass, eletto dal mondo che contava, tanto che lo stesso Andy Warhol sceglie la vetrina del negozio Fiorucci per il lancio del suo giornale Interview.
Poi ancora nel ’77 si occupa del lancio dello Studio 54 a New York, dove il jet set mondano si ritrova a suon di arrembante dance music. L’industria Fiorucci comincia a produrre migliaia di capi al giorno. Nel 1981 mescolando la lycra al denim il suo jeans femminile si fa più attillato; poi ancora magliette e felpe, soprattutto con stampigliati tanti personaggi Disney. Potremmo affermare che lo stile Fiorucci qui arriva all’apice, rappresentando la storia della moda italiana, quella che occupò quasi tutti i settori di mercato: dalla haute couture, al prodotto firmato ma più a buon mercato.
Messaggi di cordoglio e ricordi dalle istituzioni, dal mondo della moda e dalla sua Milano. Il premier Matteo Renzi scrive: “Sono addolorato per la scomparsa di Elio Fiorucci, spirito libero, talento creativo che ha saputo tenere insieme l’operosità della sua Milano e il marchio dell’Italia in tutto il mondo, con grazia, curiosità, passione“.
A commentare la notizia anche il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. “La notizia mi ha colto di sorpresa, sono profondamente rattristato. Fiorucci, un grande stilista, non era creativo solo nella moda. Elio era anche un amico con cui ho condiviso pensieri, progetti, visione della città. Era un milanese vero, instancabile, sempre con la mente aperta a nuove idee, nuove sfide e nuove avventure“.
Di certo il suo marchio, come lo stilista stesso, resteranno indelebili nella memoria italiana.