Poi diciamo che non ce la possiamo fare. Poi diciamo che quell’esame è troppo difficile, che quella scuola non è alla nostra portata, che quel lavoro richiede ritmi non congeniali…
Quando pensi di non essere all’altezza di un traguardo, prova a soffermarti sul primo mattoncino da disporre. Soltanto dopo, sul secondo. Dopo ancora, sul terzo, sul quinto, sul decimo, e così via. Gli obiettivi si raggiungono per gradi e chi ce l’ha fatta prima di te, aveva un cervello esattamente come il tuo. Niente di meno, niente di più. Per questo ce la puoi fare. Se capisci che ce la puoi fare e ti impegni al massimo per ottenere qualcosa, io mi fido che la otterrai.
Ci saranno sempre gli insegnanti che non credono in te, i compagni invidiosi vicini a te solo per scoraggiarti, i momenti bui che trascorrerai chiuso in cameretta a piangere con la testa fra le mani. Ma, siccome prima o poi anche le lacrime finiscono, qualche giorno dopo sarà facile rimboccarsi le mani e ritornare a vedere il sole.
Il giorno in cui vedrai realizzato il tuo sogno arriverà, che tu abbia dieci o sessant’anni. Non è mai troppo presto per iniziare a impegnarsi, non è mai troppo tardi per avere il coraggio di fare progetti.
Questa tenacia è stata la chiave del successo della ventenne con la sindrome di Down che ha ottenuto il massimo punteggio in sede d’esame.
La maturità, che ha messo un po’ in crisi sempre chiunque, dal secchione, al nerd, al nullafacente pentito, è arrivata anche per Giada Gennaro, originaria di Monigo. Chi aveva dubbi sui suoi risultati?
Dev’essere bello poter smentire il mondo. Non che sia la prima ragazza down a dimostrare quanto vale a livello scolastico o lavorativo, ma se questi episodi fanno ancora notizia vuol dire che ancora c’è qualcuno che se ne stupisce.
Giada ce l’ha fatta. Ha studiato, ha lottato, ha rinunciato ad una serata in pizzeria in più per poter completare quel compito per casa, per poter concludere quell’unità didattica che sicuramente le avrà creato più problemi di un’altra. Ma ha finito un ciclo nel migliore dei modi.
Ha seguito un percorso speciale riservato agli studenti con disabilità ed è stata la più brava. In quella quinta C dell’istituto alberghiero Alberini, indirizzo enogastronomia, Giada già sapeva di essere in grado di prendere il 100. La mamma, emozionatissima, aveva preparato la figlia anche ad un eventuale risultato inferiore, ma alla fine ha avuto ragione la ragazza.
“Il cibo nei cartoni animati” era la tesina che ha presentato alla commissione nel giorno dell’esame orale.