Questa è la storia di un giovane ed intrepido uomo che ha scritto un pezzo di storia.
Cruciale, significativa, riscattante per la sua città, per il suo quartiere: Scampia.
“La terra di Gomorra” per antonomasia, teatro scellerato e martoriato di fatti e misfatti di cronaca, capaci d’imprimere sfiducia, apprensione e perfino rassegnazione tra gli abitanti di quella terra e ben altri e forse finanche irreversibili suggestioni nelle convinzioni degli “stranieri”.
Perlomeno, così sembra che appaiano quei fili che, intrecciandosi con storie di conflitti a fuoco e pregiudizi, concorrono ad imbastire la realtà.
Nasce così, nasce da lì, da quella stessa Scampia la storia di Giuseppe Maddaloni, detto Pino.
Un bambino cresciuto a pane e judo, grazie agli insegnamenti impartiti da papà Giovanni sin dall’età di due anni. Uno sport di contatto che ha fatto sì che Pino crescesse lontano da quelle dinamiche in cui “i contatti” sanno divenire ben più cruenti e pericolosi.
Una passione che ha incessantemente spinto il giovane atleta a giurare fedeltà e dedizione ai valori e ai principi che contraddistinguono la parte genuina dello sport, capaci di forgiare i talenti più promettenti ad immagine e somiglianza dei loro stessi sogni, per consentirgli di afferrarli, conquistarli, emularli.
Così è stato per Pino che a Scampia ha portato “l’oro” per ben sette volte, unitamente ad un’infinità di medaglie di altra caratura e titoli di notevole prestigio.
Pino Maddaloni è così diventato “L’oro di Scampia”: questo il titolo di una fiction ispirata proprio alla vita del virtuoso judoka, più che meritevole di finire sotto le luci dei riflettori, anche per il messaggio sociale che concorre ad arricchire di un eccelso valore aggiunto le sue stesse gesta sportive.
Pino, un ragazzo di Scampia, cresciuto ispirandosi ad ideali sani e fortemente educativi è riuscito a riscattare la sua terra, dimostrando come e quanto il cambiamento può essere possibile, inseguendo un sogno, con ambizione e tenacia.
Felice compleanno, “Oro di Scampia”!