Dal 16 al 18 luglio, nella spettacolare Basilica di San Giovanni Maggiore Pignatelli, sarà di scena “Il mio nome è Natiki! – Storia di una Gatta Cenerentola”, ispirata al testo di Basile e alle vicende dei milioni di migranti che rischiano la vita per renderla migliore. L’opera dell’Orchestra Multinetnica Mediterranea, vede la collaborazione di Guido Piccoli che ha scritto la sceneggiatura.
Con la partecipazione straordinaria di un grande Marcello Colasurdo verranno raccontate in maniera diversa e ben più d’impatto le storie dell’immigrazione, storie di donne e identità perdute, coraggio, forza e riscatto sociale.
Da Gianbattista Basile (La Gatta Cenerentola) a Nelson Mandela (Natikì), una Cenerentola moderna e maledetta che, dopo aver viaggiato per molti secoli attraverso spazi sconfinati, arriva a metà strada tra Napoli e l’Africa.
Perchè “Una storia è infatti una storia, e ognuno di noi la può raccontare secondo la propria immaginazione, il proprio modo di essere e il proprio ambiente; e se alla nostra storia succede di mettere le ali e di diventare proprietà di altri, noi non possiamo trattenerla. Un giorno tornerà da noi, arricchita di nuovi dettagli e con una voce nuova” (Nelson Mandela).
La fiaba di Cenerentola è una delle più diffuse al mondo, se ne contano circa 345 versioni diverse. E’ la fiaba universale per eccellenza e attraversa un lungo arco spazio-temporale – la Cenerentola appare per la prima volta nel 570 a.c. in Egitto e in Medio Oriente e, grazie ai commerci lungo la Via della Seta, approda in Cina del IX secolo fino ad arrivare in Africa in una raccolta di fiabe di Nelson Mandela passando dalla Napoli di Basile con “La Gatta Cennerentola” nel 1634 (prima forma scritta in occidente). Famosissima l’opera di Roberto De Simone.
La Gatta Cenerentola è un pretesto per raccontare dell’incontro con i rifugiati dell’emergenza nord-Africa che risiedevano a Piazza Garibaldi a Napoli.
Natikì è, infatti, una rifugiata dei giorni nostri che ha dovuto attraversare momenti di guerra e di morte fino ad arrivare, a bordo di un barcone della speranza, sulle coste di Lampedusa e da qui negli alberghi di Piazza Garibaldi. Attraverso la sua storia vengono narrate storie di viaggi dell’immigrazione, storie di donne, identità perdute, aspettative e delusioni, coraggio, forza e riscatto sociale. Lo spettatore si troverà dinanzi a una donna forte e coraggiosa che dovrà fare i conti con la dura realtà di essere donna, africana e rifugiata ma che alla fine riuscirà a non perdere la sua generosa umanità.
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