Nella zona di frontiera di Chiasso, dopo quasi due anni di latitanza probabilmente in Svizzera, Paolo Ligresti, figlio di Salvatore, si è costituito. L'”erede” della famiglia Ligresti aveva a suo carico da luglio 2013 un’ordinanza di custodia in carcere per aggiotaggio e falso in bilancio, indagato e coinvolto nel caso dell’inchiesta relativa al buco da 600 milioni nel bilancio 2010 del gruppo Fonsai. Alcuni giorni fa il gup Andrea Ghinetti ha disposto gli arresti domiciliari per l’uomo e lunedì Paolo Ligresti si è costituito, andando ai domiciliari a Milano.
Prima di costituirsi, il ricercato ha trascorso due anni in Svizzera come uomo libero per poi andare ai domiciliari nella sua casa di Milano. Grave sembra essere l’accusa di falso in bilancio aggravato . Insieme a Paolo Lagresti, «Fonsai bis» – avviato dalla Procura di Torino e poi trasferito alla zona territoriale del pm di Milano Luigi Orsi – sono sotto indagati due tra gli ex consulenti del gruppo assicurativo Pier Giorgio Bedogni e Filvio Gismondi, è sotto accusa la stessa società, sottoscritta nel registro degli indagati ai sensi della legge 231del 2001 sulla responsabilità degli enti. Nella città di Torino è in corso il processo sulle attività del padre Salvatore Ligresti, della sorella Jonella e di altre persone coinvolte.
La seconda figlia dell’ingegnere Ligresti, nel 2013 patteggiò ricevendo una condanna di 2 anni e 8 mesi pagando in questo modo i suoi debiti con la giustizia. Secondo i pm del capoluogo del Piemonte e per i colleghi di Milano, la famiglia dell’ingegnere, i collaboratori e gli imprenditori di fiducia avrebbero portando Fonsai al fallimento, causando il vuoto di denaro prima che l’azienda venisse comperata dall’Unipol di Bologna. Poco tempo prima dello scoppio dello scandalo e dell’inizio della vicenda giudiziaria, Paolo Lagresti aveva ottenuto la cittadinanza svizzera e si era salvato da ogni richiesta di arresto provenienti dalle Procure di Milano e di Torino.
«Adesso ha deciso di tornare in Italia per difendersi», ha spiegato il suo avvocato Davide Sangiorgio. A Milano, infatti, è in corso davanti al gup Andrea Ghinetti l’udienza preliminare per il processo sulla vicenda del caso Fonsai. Il gup Ghinetti ha permesso che Paolo Ligresti, una volta rientrato in Italia, trascorra gli arresti domiciliari nella sua casa di Milano.
Ligresti dichiara: «Do il mio consenso all’ estradizione verso l’Italia, ma chiedo che la misura cautelare venga convertita da carcere a domiciliari». Così Paolo Ligresti ha dichiarato tramite il suo legale alla Procura di Milano che aveva intenzione di consegnarsi senza dover finire in carcere. La richiesta è stata accolta dal giudice, al momento si attende l’udienza del 1 luglio.