Se siete stati accecati anche voi da questi sette colori dell’arcobaleno di cui si sono tinte le foto profilo che comparivano nella vostra bacheca nelle ultime ore, sappiate che i vostri contatti di Facebook non sono impazziti né si sono messi d’accordo per “moda”, ma semplicemente si sta diffondendo questo simbolo per solidarietà alla richiesta di diritti omosessuali.
Se in Italia ancora facciamo fatica ad accettare il vicino di fila che in banca stringe la mano al suo compagno, o la ragazza che bacia la sua partner nel bel mezzo di un concerto, negli Stati Uniti sono state legalizzate le nozze omosessuali.
La Corte Suprema ha reso incostituzionali le leggi statali che li vietavano e così si è innestato tutto un meccanismo per cui anche gli Italiani (soprattutto la fascia giovanile) porgono il proprio sostegno metaforico agli omosessuali di tutto il mondo, riprendendo l’arcobaleno e “riposizionandolo” sulla propria immagine del profilo del social network più conosciuto al mondo.
L’applicazione che permette di “colorare” il proprio volto si chiama “Celebratepride” e prende le sembianze di una catena di festeggiamento che unisce per un momento lo stivale al territorio oltreoceano.
Tutti i giovani, eterosessuali, gay, lesbiche dell’intero pianeta, si sentono vicini gli uni ai diritti degli altri, perché amare è un diritto che coinvolge ogni tipo di gusto.
E se qualcuno prova a contraddire quell’arcobaleno o a fare il moralista, è facile rispondere adducendo argomentazioni per cui l’amore è il bene più prezioso che nessuno ha il potere di negare. Qualsiasi forma di amore distrugge qualsiasi forma di guerra, non crea vittime né perdite per l’intero sistema.
A ribadire la posizione pro diritti Lgbt, a Milano ci sono state centomila persone circa, scese in piazza per manifestare nel “Milano Pride“.
Le cose cambieranno anche nel nostro Paese o non basta la luce di un arcobaleno?