“Yamanba” è definita la “moda ganguro” portata agli estremi, partita nel 2000 da giovani donne giapponesi e diventata ormai una cultura diffusa fuori dai confini del Paese d’origine.
Se per strada avete incontrato una ragazza le cui caratteristiche corrispondono a quelle elencate di seguito, allora sapevate già cosa significasse “manba”, ma vi mancava soltanto la parola per definire questo stile di vita.
Chi segue la moda citata, spesso ha un’abbronzatura molto scura, in contrasto con la tendenza dei Giapponesi a desiderare di sembrare di carnagione sempre più bianca, come di porcellana.
I capelli sono spesso raccolti in lunghe code di cavallo, o lasciati sciolti con boccoli molto vaporosi, ma comunque sempre tinti di un colore eccentrico quale rosa chewing-gum, biondo paglia, argento, arancione…
Il trucco è esagerato come il resto del look: l’eyeliner è di inchiostro nero, l’ombretto e il rossetto sono il correttore bianco, le ciglia sono lunghe e finte, la cipria perlata, le zeppe vertiginose e gli abiti scollacciati e supercolorati (sarong tie-dye, minigonne…); gli accessori, posizionati uno sull’altro, sono braccialetti, collane e anelli.
La moda ganguro vede il suo centro nei distretti Shibuya e Ikebukuro di Tokyo; le riviste che hanno avuto un’influenza diretta sui dettami della moda sono Egg, Kawaii magazine, Popteen ed Ego System. Queste donne non sono ben viste perché, oltre a rifiutare la visione tradizionale di bellezza che prevede la carnagione molto chiara, seguono uno stile considerato “poco igienico” (a causa dell’eccessivo trucco).
Esistono dei circoli ganguro, in cui si balla la danza Para Para, formata da passi sincronizzati con base musicale Eurobeat.
La moda “yamanba” prevede anche lenti a contatto colorate, adesivi negli occhi e sotto gli occhi, animali impagliati da indossare come ornamenti.
L’equivalente maschile della ragazza yamanba è definito sentaagai.