Soleto è una cittadina di circa 5500 abitanti, nel cuore del Salento.
Patrimonio dell’Unesco, confina con altri sei comuni della provincia di Lecce: Corigliano d’Otranto, Galatina, Lequile, San Donato, Sternatia e Zollino.
La festa patronale, Sant’Antonio da Padova, vede le strade gremite dagli abitanti di Soleto e dei paesi vicini, accompagnati dai colori delle luminarie e degli spettacoli pirotecnici che iniziano già il giorno prima del 13 giugno. L’atmosfera è resa magica dai brani della banda e dei gruppi musicali, il palato è allietato dal “paneggiricu” (il pane benedetto per devozione al Santo), e dagli stand con altri piatti tipici del Salento: sia il dolce (i “pasticciotti” alla crema) che il salato (carne di cavallo, lumache, rustici, calzoni…).
A un certo punto della serata, si lanciano in cielo le mongolfiere votive e i bambini si spostano dal centro della festa verso la zona con le giostre.
Soleto è caratterizzata da botteghe artistiche di ferro battuto con decorazioni a smalto, si possono facilmente incrociare lavoratrici al tombolo e merlettaie, giocattolai… Tutta una tradizione di mestieri imparati dai nonni dei nonni dei nonni, che continuano a restare vivi tra le nuove generazioni proprio perché considerati dei valori, delle doti che un buon marito/una buona moglie dovrebbero incarnare.
Molto famosa la famiglia Stanca, i giocattolai che perpetuano l’arte che nel Dopoguerra riempiva i marciapiedi di Viale Raimondello Orsini di cavallucci a dondolo, bambole di cartapesta con tanto di abitini e make-up.
La pietra di Soleto (di colore grigio) e “li puzzieddhri” sono solo alcune delle testimonianze dell’antichità di questa città: questi ultimi servivano a raccogliere l’acqua piovana e rappresentano la sommità delle cisterne scavate nella pietra, con profondità media di 7-10 metri.
Tra i siti archeologici, la Villa rustica romana (nel fondo Paparusso) e la cosiddetta “mappa di Soleto” (ritrovamento con i nomi delle città messapiche e le rispettive collocazioni geografiche), entrambi portati alla luce dall’archeologo belga Thierry Van Compernolle.
Una delle colonne più famose del Salento è l'”Osanna”, in pietra leccese, sormontata da croce lapidea: si affaccia sulla villa comunale, anche detta “Largo Osanna”, luogo di incontro per persone di tutte le età.
La Porta di San Vito è l’unica porta d’entrata rimasta in piedi, delle antiche mura medioevali. E’ composta da un arco sovrastato da una statua del ‘700, che rappresenta la Madonna con ai piedi un leone dalle zampe rivolte verso l’alto.
Le Chiese più apprezzate dai turisti sono quella matrice, dedicata a Maria Santissima Assunta, la Chiesa e convento della Madonna delle Grazie, la Chiesa di Santo Stefano e quella di San Nicola.
Sempre nel centro storico, troviamo numerose architetture civili, come il Palazzo Gervasi, il Palazzo Arcudi-Calò, il Palazzo Sergio e il Palazzo Orsini.
Spostandoci verso la periferia, i muretti a secco e gli ulivi, insieme alla caratteristica terra rossa, ricordano in quale zona d’Italia ci troviamo: l’inconfondibile profonda Puglia.