Nella giornata di ieri, “l’Ufficiale Gentiluomo” per eccellenza, ha sfilato per le caratteristiche strade di Taormina: fans sfegatate di ogni età hanno atteso l’attore per strappare un bacio, un autografo o un selfie con il divo d’oltreoceano, approdato in occasione del Taormina Film Festival. E’ arrivato in camicia bianca e occhiali scuri. Oltre alla grande folla, la sala del Palazzo dei Congressi era gremita.
Richard Gere era la star di Hollywood più attesa della 61esima edizione del Taormina Film Festival, ma non è stato soltanto un trionfo di selfie e scatti fotografici, bensì, Richard Gere ha mostrato subito ai cittadini e ai visitatori arrivati nella Perla dello Jonio il suo profilo sensibile, spirituale e umanitario.
Tratti che stridono con i post ingiusti che si leggono in questi giorni sui social network, del tipo «i migranti stanno negli hotel a cinque stelle e gli italiani sui gommoni». Nel trionfo del qualunquismo e della superficialità, Richard Gere ha la forza e la personalità di rompere la stupida moda del momento, infatti, a tal proposito, l’attore americano ha pronunciato alcune dichiarazioni che sono rimbalzate sui siti nazionali e mondiali. Una dimostrazione che il Taormina Film Festival non scivola addosso alla città indifferente, ma in molti casi lascia un segno, un’opportunità di riflessione.
«L’immigrazione è un problema non solo della Sicilia» – Nelle ore in cui la città di Ventimiglia si è trasformata in una frontiera dell’Europa per impedire il passaggio di profughi provenienti dal Nord Africa e dal Medio Oriente, nei mesi in cui il mar Mediterraneo si è trasformato in un orizzonte di morte e indifferenza, ecco che le parole di Richard Gere assumono un significato particolare.
L’attore, proclamato da tempo buddista, ha detto proprio quanto accennato prima: ovvero che «l’immigrazione è un problema non solo della Sicilia, ma di tutto il mondo che vede questa gente rifiutata che cerca solo un posto dove stare. Siamo un po’ tutti responsabili di questa situazione». Richard Gere nel contesto della Diva mediterranea ha messo in luce la parola “responsabilità”, che al giorno d’oggi sembra essere stata messa da parte dagli esseri umani in qualsiasi contesto.
Queste, le parole importanti dell’interprete di American Gigolò e Ufficiale e Gentiluomo, premiato con il Taormina Art Award al Teatro Antico. Nostro dovere morale è offrire agli immigrati, che scappano spesso da una guerra, casa e sicurezza. “Voi siciliani siete al centro di questo flusso, che è globale”.
Riguardo al film che sta girando, Oppenheimer Strategies, di Joseph Cedar, thriller drammatico che segue le vicende di Norman Oppenheimer, un uomo che ha smania di potere sopratutto quando un suo amico diventa leader mondiale, dice: “È un film denso su un ebreo newyorchese che si sente ai margini e fa di tutto per stare vicino al potere. In realtà lui non vuole il potere ma vuole solo esserci. Così millanta amicizie pur di sentirsi al centro. Lui non vuole accedere al tavolo dei grandi ma solo far parte di quel mondo”.
Tra gli altri suoi film c’è Franny di Andrew Renzi che uscirà in Italia con la Lucky Red, in cui interpreta un personaggio inusuale ed eccentrico con capelli e barba lunga. Dall’attore infine, un ricordo della Sicilia: “Ho visitato Palermo 15 anni fa insieme al Dalai Lama”. Mentre di Roma dice: “Ho ricevuto anni fa il David di Donatello per il film di Terrence Malik I giorni del cielo. Ero molto giovane e nel back stage c’era Giulietta Masina. Per un giovane cresciuto a Syracuse, nello stato di New York, è stata davvero una grande emozione”.