La Corte d’assise del Cairo ha confermato la condanna a morte preliminare inflitta il mese scorso al deposto presidente egiziano, Mohamed Morsi, per un’evasione di massa del 2011. La sentenza è appellabile.
La stessa corte ha inoltre inflitto in primo grado l’ergastolo a Morsi, in un altro processo per collaborazione con organizzazioni straniere, cosiddetto “spionaggio per Hamas“.
la Corte d’Assise del Cairo, sentito il Gran Mufti, ha commutato la condanna a 25 anni. Una condanna che unita a quella a 20 anni già incassata, equivale a un ergastolo. Ma la pena di morte rimane per evasione di massa. La sentenza, appellabile, è stata letta in tv. Il verdetto ha inflitto una nuova condanna a morte anche per Mohamed Badie, la guida suprema della Fratellanza musulmana di cui Morsi è leader politico.
Nella stessa mattina quindi Morsi si è visto condannare all’ergastolo, a 25 anni di reclusione ed alla pena di morte. La condanna all’ergastolo dell’ex leader dei Fratelli musulmani – nell’ambito di un processo aspramente criticato da Amnesty International – si è accompagnata alla pena capitale nei confronti di altri sedici membri della Fratellanza, di cui 13 in contumacia, tra cui il numero due e tre dell’organizzazione, rispettivamente Khairat el Shater e Mohamed El Beltagui (il segretario generale del partito).
Nell’aula del tribunale vari imputati hanno accolto la sentenza mostrando il «rabaa», le quattro dita della mano simbolo della violenta repressione della protesta dei Fratelli contro la sanguinosa deposizione di Morsi nel 2013 ad opera dell’esercito. È atteso ora anche il verdetto sulla condanna a morte preliminare inflitta il mese scorso a Morsi per partecipazione ad un’evasione di massa del 2011.
Si attende invece ancora anche il verdetto sulla condanna a morte preliminare inflitta il mese scorso per partecipazione all’ evasione di massa del 2011.
Bisogna precisare che in Egitto, per “ergastolo” si intende una pena massima a 25 anni di reclusione. Lo scorso mese, la condanna a morte di Morsi e di altri 105 coimputati appartenenti ai Fratelli Musulmani, era stata sottoposta al parere del Gran Mufti, come prevede la procedura. Il 2 giugno il tribunale si era riunito, ma il suo presidente, Shaaban al-Shami, aveva deciso di rinviare la decisione alla giornata di ieri, con la motivazione ufficiale che il parere del Gran Mufti era appena pervenuto, e il suo esame richiedeva tempo.