Un neonato è morto durante il parto, il fatto è accaduto nell’ospedale di Castrovillari. I genitori hanno presentato un esposto alla polizia di Stato, chiedendo di accertare le cause e stabilire eventuali responsabilità.
Nei giorni scorsi la madre, una giovane donna di Tarsia, alla prima gravidanza, si è presentata in ospedale perché aveva il sentore di dover partorire, ma è stata sempre rimandata a casa. Domenica sera, la donna avrebbe partorito naturalmente, ma il bambino, secondo la denuncia, sarebbe rimasto soffocato dal cordone ombelicale.
Della morte del neonato è stata informata la Procura della Repubblica di Castrovillari, mentre i poliziotti hanno sentito il personale che ha avuto in cura la madre per ricostruire l’accaduto. Dopo l’esposto è stata acquisita la cartella clinica che servirà ad accertare le attività sanitarie svolte.
Nel frattempo è stata fissata per ieri pomeriggio l’autopsia sulla salma del neonato di 4,3 kg partorito senza vita domenica sera. “E’ stata una disgrazia”; così l’ha definita un dirigente medico dell’ospedale, Raffaele Cirone, sottolineando come la salma mostrava i tipici segni di asfissia: “un caso assai raro probabilmente dovuta alla posizione del feto”.
“Siamo arrivati in ospedale perché mia moglie aveva i dolori del parto, l’hanno immediatamente preparata. Ma ci sono state subito delle complicazioni, e mi hanno detto che il bimbo doveva essere rianimato perché aveva il cordone intorno al collo. Poi mi hanno detto che non c’era nulla da fare”. Queste le parole del padre, cariche di disperazione, per un giorno importante, che da festoso si è tramutato in tragedia. Il giovane padre è infatti convinto che i medici non abbiano fatto bene il loro lavoro; “Ho voluto sporgere denuncia, perché voglio che queste cose non accadano più a nessun altro”, ha concluso.
La donna era seguita da un ginecologo di Cosenza, ed è ancora ricoverata presso il nosocomio di Castrovillari, assistita da medici e parenti. Su quanto accaduto continua ad indagare la Procura della Repubblica di Castrovillari.