Chissà cosa ci sia nella testa di un kamikaze…
Pensa di amare ossessivamente Dio? Pensa di uccidersi per la religione? Di dimostrare a tutti quanto creda in un ideale? O vorrebbe che il suo nome resti sulla bocca di tutti in eterno?
Qualsiasi sia la motivazione perversa che porta qualcuno a compiere dei suicidi-omicidi in nome di una divinità o di un concetto nobile in generale, la fede non c’entra niente.
Il martire non è il kamikaze. Sono due figure ben diverse, anche se c’è ancora qualcuno che si ostina ad affermare il contrario.
E se si pensa che il fanatismo lo si raggiunga soltanto per ignoranza e poca informazione, e se si immagina il “kamikaze-tipo” di un’età dai quarant’anni in su, ci si sbaglia di grosso.
Il ragazzino nella foto ne è la prova.
Ha soli 17 anni, si chiama Talha Asmal ed è il kamikaze più giovane della storia (stando a quanto riferito da “Guardian online”), divenuto famoso per essersi arruolato tra le fila dell’Isis ed essersi fatto esplodere a bordo di una autobomba a Baiji, Iraq.
Era originario di Dewsbury, nel West Yorkshire, ed era scappato di casa con un amico circa tre mesi fa, per poter raggiungere le truppe dello Stato islamico.
Secondo le parole diffuse dall’Isis, Talha è uno dei quattro terroristi (gli altri tre sono originari rispettivamente della Germania, della Palestina e del Kuwait) che si sono fatti esplodere. Il suo nome da guerrigliero era Abu Yusuf Al Britany.
La famiglia del ragazzo (la polizia del West Yorkshire non ha ancora confermato l’identità riferita dal giornale sopra citato, nonostante i genitori lo abbiano riconosciuto) ha dichiarato che il diciassettenne ad aprile si era imbarcato su un aereo diretto in Turchia, insieme al coetaneo Hassan Munshi: apparentemente due bravi studenti, con buoni voti e progetti di vita non diversi da quelli degli altri adolescenti.