Parte da oggi la seconda fase della sperimentazione delle body-cam a Napoli per i Reparti volanti della Polizia e per la Polizia stradale.
Il provvedimento adottato da parte del Dipartimento di Pubblica Sicurezza per le più grandi città italiane prevedeva in un primo momento l’utilizzo di videocamere di dimensioni molto contenute da applicare alla divisa solo per agenti di Polizia impegnati in azione di ordine pubblico, dopodiché si è deciso di adottare il nuovo supporto tecnologico anche per le volanti e per la stradale.
La scelta di far indossare delle piccole videocamere agli agenti, con un supporto digitale che permette di registrare tutto ciò che accade per una durata di 6-8 ore per volta, nasce dall’esigenza “di fornire agli operatori, durante l’attività operativa, ulteriori strumenti per la raccolta di documentazione” – come precisa una nota del Dipartimento di Pubblica Sicurezza- e i nastri digitali che non risulteranno utili per fornire elementi importanti per risolvere casi o testimoniare reati saranno distrutti dopo trenta giorni.
Gli agenti di Polizia sono stati adeguatamente addestrati all’utilizzo delle body-cam che, come il nome suggerisce, sono almeno nell’idea un progetto di importazione: Stati Uniti e Inghilterra sono stati infatti i primi Paesi ad adottarle.
In USA la decisione che portò all’utilizzo delle body-cam era figlia di una tensione particolare scatenatasi dopo gli eventi di Ferguson e St. Louis alla fine dello scorso anno: negli scontri tra Polizia e manifestanti, infatti, perse la vita un ragazzo afroamericano di 18 anni e seguirono innumerevoli polemiche su presunti abusi di metodi violenti per sedare il corteo di protesta e anche sul fatto che il ragazzo morto era stato picchiato più duramente in quanto di colore. Obama si trovò a gestire l’ennesimo caso di velato razzismo tra le forze dell’ordine e decise di introdurre le videocamere per tutelare sia chi ogni giorno indossa la divisa e pretende di portare la pelle e lo stipendio a casa, sia chi manifesta con metodi non violenti le proprie idee.
In Inghilterra, invece, già paese al mondo tra i più controllati con occhi elettronici, il progetto di far indossare agli agenti la body- cam è nato non dall’esigenza di “controllare” l’operato degli agenti ma, come in Italia, per raccogliere elementi, prove dirette e quanto altro che aiuti a risolvere i crimini. La differenza con l’Italia è che le videocamere montate sulle divise degli agenti londinesi hanno un tasto di accensione e spegnimento volontario, quindi registrano solo quando è ritenuto opportuno dal poliziotto.
In ogni caso, nelle prossime settimane saranno svelati ulteriori dettagli sull’utilizzo delle body-cam a Napoli, Torino, Milano e Roma e soprattutto sarà interessante osservare se effettivamente le videocamere apportano sostanziali vantaggi alla risoluzione dei casi in cui la Polizia si imbatte ogni giorno.