Sempre più alta la tensione a Ventimiglia (IM), al confine tra Italia e Francia, dove circa duecento immigrati cercano da giorni di superare la frontiera ma vengono puntualmente bloccati dalla Gendarmerie francese.
Sono persone provenienti dall’Africa, in prevalenza dall’Eritrea, che cercano di raggiungere parenti in Francia oppure sono diretti verso paesi del Nord Europa. Alcuni di loro sono stati addirittura riportati in Italia dalla polizia francese dopo un primo tentativo di superare il confine italiano e adesso fanno lo sciopero della fame e della sete nelle vicinanze di ponte San Lodovico e a poco o nulla è servito il dialogo con gli intermediari culturali e l’assistenza offerta dalla Croce Rossa italiana.
Il fenomeno dei clandestini sbarcati in Italia che intendono proseguire il loro viaggio verso altri Paesi europei non è una novità, ciò che lascia perplessi è l’atteggiamento della Francia che sbarra i confini mentre l’Italia resta suo malgrado a guardare.
La motivazione ufficiale addotta dal Governo francese è stata quella di aumentare le misure di sicurezza per il G7 conclusosi sette giorni fa in Germania, ma di fatto, come sottolinea il segretario del sindacato autonomo di Polizia per la provincia di Imperia, Stefano Cavalleri: ” La Francia così facendo viola il trattato di Schengen che prevede solo i cosiddetti controlli di retrovalico, da effettuarsi a campione entro una fascia di dieci chilometri dal confine. I francesi invece piazzano i loro uomini alla vecchia dogana, sia sui valichi stradali che su quelli ferroviari. E rimandano indietro chi non è in regola con i documenti”.
Allo stesso tempo Cavalleri lamenta anche le difficoltà riscontrate dalla Polizia italiana per far fronte al caso emblematico di Ventimiglia: i suoi uomini sono sotto organico perché almeno 1/6 di ogni pattuglia è dislocata a Milano per l’Expo e quelli che sono in servizio hanno comunque le mani legate perché dal Viminale l’ordine ricevuto è di effettuare l’identificazione degli immigrati tramite impronte digitali solo se questi ultimi hanno reati penali a carico. Per tutti gli altri la misura di identificazione è facoltativa e si può immaginare facilmente che solo una piccola parte di essi voglia ottenere dei documenti italiani, se nelle loro intenzioni c’è la volontà di transitare in Italia ma per dirigersi in Francia o nel Nord Europa.
Gli effetti di questa situazione sono sotto gli occhi di tutti: le stime parlano di almeno cinquecento immigrati bloccati in Friuli; più o meno altrettanti a Milano; circa duecento a Ventimiglia; altri cinquecento a Roma, sparsi intorno alla stazione Tiburtina.
Il capogruppo di FI alla Camera Renato Brunetta afferma: “Siamo soli. L’emergenza, per i nostri partner europei, è solo affar nostro. Il Consiglio europeo straordinario sull’emergenza immigrazione non ha prodotto alcun risultato tangibile. Le città italiane, ormai non solo al sud, sono al collasso. Tanto che la coesione sociale è a rischio”.
E incalza: “Renzi batta un colpo, faccia sentire la sua voce in Europa”.
Dal Governo fanno sapere che mercoledì il premier Matteo Renzi incontrerà il premier britannico David Cameron mentre domenica prossima Francois Hollande. Sulla carta entrambi gli incontri sono in ambito Expo, ma chiaramente gli argomenti principali saranno l’ immigrazione e gli accordi di riammissione.
Spesso si punta il dito contro il sistema di accoglienza italiano, definendolo un colabrodo.
In realtà, come sottolinea in una nota il Dipartimento italiano di Pubblica Sicurezza, ” il colabrodo è a livello europeo dove non c’è alcuna strategia comune e condivisa per far fronte ad un’emergenza figlia di guerre, carestie e disperazione”.