Conclusasi la prima tornata di concerti che ha investito la penisola italiana nel corso del mese di aprile, Carmen Consoli, si rimetterà di nuovo in marcia per un tour estivo che tra giugno e settembre 2015 la vedrà protagonista di una serie di live nazionali ed internazionali.
L’abitudine di tornare tour 2015, ha riconsegnato la ‘Cantantessa’ alla sua dimensione rock in una forma smagliante. La partenza è iniziata il 7 giugno al borgo di Marina di Camerota (Salerno) per la XIX edizione del Meeting del Mare; da lì il viaggio della Consoli la porterà allo Sherwood Festival di Padova (3 luglio), al Castle on Air di Bellinzona, in Svizzera (29 luglio), al Carroponte di Sento San Giovanni (Milano, 5 settembre) e all’Eutropia Festival di Roma (10 settembre). Tra gli appuntamenti già confermati, inoltre, spicca quello del 21 agosto al Meltdown Festival di Londra, che quest’anno vede nei panni di direttore artistico David Byrne, che ha chiamato Carmen come unica rappresentante italiana della manifestazione.
Carmen Consoli è stata una delle rivelazioni del rock italiano della storia della musica italiana recente. La particolarità della sua voce, e l’energia delle sue canzoni l’hanno subito imposta all’attenzione generale, mentre il suo personaggio, fresco e anticonvenzionale, è entrato subito nel cuore delle nuove generazioni di amanti del rock.
Nata a San Giovanni la Punta (Catania) nel 1974, la piccola Carmen inizia a suonare la chitarra elettrica già a 9 anni, a soli 14 si esibisce con una cover band di rock-blues, i Moon Dog’s Party. Proprio durante un concerto dei Moon Dog’s Party, Carmen Consoli viene notata da Francesco Virlinzi, produttore e titolare di un’etichetta in quel momento molto popolare a Catania, la Cyclope Records. Virlinzi decide così di seguirne la carriera.
Nel frattempo Carmen si trasferisce a Roma, dove mette in piedi un’altra blues band, e rimane qualche anno a suonare e scrivere canzoni. Quando, nel ’94, torna a Catania, si presenta al suo produttore con il materiale destinato a finire su “Due parole“, il suo album d’esordio.
Sin da subito, la ‘cantantessa’, ha messo in evidenza quella timbrica naturale e uno stile interpretativo che diverranno le sue caratteristiche. L’album, viene preceduto dalla partecipazione al Festival di Sanremo del ’96, con “Amore di plastica“, brano firmato da Consoli in coppia con Mario Venuti. A fare breccia nel pubblico, come negli addetti ai lavori, non è soltanto il valore della canzone né quello, altrettanto importante, della sua interpretazione: Carmen colpisce anche per il suo aspetto aggressivo e fragile al tempo stesso.
Nel ’96 Carmen Consoli consolida il successo con una lunga tournée nelle principali città italiane e partecipa a manifestazioni importanti, come il Concerto del 1° maggio, emozionando il pubblico grazie all’energia e alla passione delle sue performance. Presenta già delle nuove canzoni, come “Per niente stanca” che andrà a far parte del suo secondo lavoro. A dimostrarne la versatilità, in quell’anno esce anche un tributo a Franco Battiato, che vede Carmen interpretare, con il suo inconfondibile stile, uno dei brani più struggenti del compositore siciliano, “L’animale“.
Il ’97 si apre con il ritorno a Sanremo con un nuovo brano: “Confusa e felice“, un titolo che diverrà in breve uno degli slogan dell’anno. Tra le canzoni colpiscono il segno “Venere“, “La bellezza delle cose“, “Blunotte”, “Fino all’ultimo“, ma in generale è il clima del disco a convincere e sorprendere. Nel 1998 ricordiamo l’album Mediamente isterica , seguito nel 2000 da Stato di necessità, L’eccezione del 2002, e il suo omonimo album, Carmen Consoli, nel 2003.
Nel 2006 l’uscita di Eva Contro Eva segna il ritorno della cantantessa alle sonorità rock e mediterranee delle origini. Per certi versi Elettra (2009) è un po’ il proseguimento di questa nuova fase acustica inaugurata dall’album precedente. Ma qui si lasciano da parte le divagazioni etniche o sperimentali di sorta; sempre più vicina alle radici della sua Sicilia, Elettra è una Carmen matura e malinconica che impiega uno stuolo di chitarre e mandolini per pizzicare con grazia quasi barocca le dieci nuove composizioni.
Infine,Le dieci tracce di L’abitudine di tornare (2015) raccontano il Bel Paese visto attraverso gli occhi di una donna che osserva e trae ispirazione dalle storie di altri, quasi fosse una giornalista dotata di spiccata empatia.
Si racconta dunque del sofferto amore segreto tra due donne in “Ottobre“, l’omertà del popolo siciliano che marcia in un “Esercito silente“, la tragicomica violenza femminicida contro “La signora del quinto piano“, una famiglia ridotta sul lastrico che aspetta tempi migliori che non arriveranno (“E forse un giorno“), e il viaggio della speranza degli immigrati che si mettono in balìa del mare consci di poter anche non sopravvivere a “La notte più lunga” della loro vita.