Se c’è un popolo che viene classificato attraverso luoghi comuni e stereotipi fissi e immutabili nel tempo, è proprio il popolo napoletano.
Abbiamo provato a redarre una selezione dei 10 luoghi comuni più diffusi, che identificano Napoli e il napoletano agli occhi del mondo:
- Voglia di lavorare saltami addosso: Tutti i napoletani sono scansafatiche, nessuno ha voglia di lavorare e vivono come parassiti, sulle spalle degli altri. Basterebbe ricordare che il popolo napoletano, dalla primissima colonizzazione greca ai tempi odierni, pur di racimolare onestamente, qualche spicciolo per sfamare la famiglia, ha al suo attivo, il numero maggiore di mestieri inventati dall’oggi al domani. Qualche piccolo esempio: il ‘O cartonaro, il Lustrascarpe, ‘O pazzariello e perchè no, anche il parcheggiatore abusivo.
- I napoletani sono tutti furbi e ladri: Stereotipo principe, che si collega direttamente al primo punto. Ricordiamo tutti l’infelice battuta che il Sig. Beppe Grillo, ha indirizzato ad una giornalista delle Iene, per l’appunto napoletana: ” Sei onesta? Vuol dire che sei geneticamente modificata.”
- A Napoli non piove mai, c’è sempre il sole: A dirla tutta, forse questo, pur non essendo affatto vero, è uno di quei luoghi comuni, che tanto piacciono al napoletano stesso. Napoli è la città del sole, è un verso di una famosa canzone napoletana ‘O Paese d’ ‘o sole, nella quale il senso di appartenenza alla città partenopea, è celebrato più che in tutte le altre. L’idea che Napoli abbia sempre avuto il monopolio del bel tempo, è così radicata nei napoletani, che anche il grande Totò, nel famosissimo film Totò, Peppino e la Malafemmina, evidenziò tale convinzione nella divertentissima scena dell’arrivo alla stazione di Milano.
- Pizza e spaghetti: Che un popolo intero, fatto di circa 10.000 abitanti, si nutra, solo ed esclusivamente, senza eccezione alcuna, di pizza e spaghetti, è forse il più inverosimile degli stereotipi, ma per contro, è anche il più diffuso. A nulla valgono le tradizioni culinarie millenarie che questa città ha esportato in tutto il globo.
- Non fare il napoletano: Non gesticolare, non urlare, non buttare le carte a terra, non rispettare la fila, non sorpassare con la striscia continua, non parcheggiare in divieto di sosta. In definitiva non farti riconoscere. Tirando le somme, tutti i difetti dell’uomo, indipendentemente dal luogo di nascita in tutto il globo, possono riassumersi, secondo questo luogo comune, nell’espressione non fare il napoletano.
- E a “munnezza” come state messi?: In genere questa simpatica e ironica domanda, segue immediatamente dopo, il classico “Piacere Gennaro Esposito”.
- I cantanti napoletani sono tutti neoamelodici: Massimo Ranieri, Lina Sastri, Pino Daniele, Eduardo De Crescenzo, Roberto Murolo, Sergio Bruni, solo per citarne alcuni, è molto probabile che siano nati ad Udine e che abbiano tutti, falsificato l’atto di nascita, spacciandosi per napoletani.
- Ma veramente sei di Napoli?: Lo stereotipo invertito del punto 5. Chiunque si ritrovi in una qualsiasi città italiana e non urli, non si sbracci, non canti ‘O sole mio e non diventi dopo due minuti il mattatore e giullare del gruppo, non sembra napoletano. Se sta in silenzio o parla a bassa voce non sembra napoletano. Se poi parla addirittura in italiano corretto, il problema è davvero grave. Se non sembra napoletano, non può esserlo, è questo il punto.
- Tutti commedianti: Questo caso poi, è davvero emblematico. Se da un lato, il napoletano ha il teatro nel sangue e il luogo comune rappresenta orgoglio e vanto, dall’altro il non essere mai creduto perchè recita, non è sicuramente edificante.
- Il Napoletano puzza: a quest’ultima poco lusinghiera affermazione, il napoletano verace e ironico per natura, ha più volte risposto: “Puzzo? E va bene puzzo. Io puzzo di salsedine e di mare, di agrumi e di erica. Io puzzo di caffè tostato, di terra inondata dal sole, di pizza appena sfornata e di pomodorini rossi e maturi. Se questo vuol dire puzzare, allora io puzzo.”