Negli anni ’50 e ’60, quando non vi erano ancora tutti questi giochini elettronici, cellulari sempre più dotati, play station, X box, e tutte le tecnologie di nuova generazione che catturano, incantano e stregano i bambini di oggi, ci si divertiva con poco, ma veramente poco.
Il Pulcinella dint’ o cuppetiello, anche chiamato Pulcinella musicale, era uno dei passatempi preferiti di quell’epoca.
“Accattateve ‘o Pullecenella dint’ ‘o cuppetiello ….. comme sona bello ‘o Pullecenella”, così gridava il venditore ambulante che pubblicizzava il suo etnico Pulcinella musicale.
Il venditore ambulante dei Pulcinella musicali era provvisto di una grossa cesta di vimini poggiata sul petto e sorretta tramite una cintura di cuoio nero ancorata al collo, nella quale giacevano, allineate in bella mostra, le sue marionette-giocattolo. Questo personaggio, aveva solitamente il viso bruciato dal sole per le lunghe camminate dovute al suo mestiere, lo potevi trovare nelle fiere, nelle feste di piazza, sulla spiaggia o che precedeva le processioni religiose. In genere per rendere più appetibile la sua mercanzia, soleva camminare adoperando uno dei pulcinella in vendita.
Il Pulcinella musicale consta di un cono di cartone sul quale vi è attaccato, con colla vinilica, della carta colorata da regalo, dal quale fuoriesce una testa in terra cotta di un Pulcinella che veste di panno-cencio rigorosamente bianco. La testa del Pulcinella è attaccata da un’estremità ad un filo di ferro zincato passando attraverso il cono di cartone e fuoriuscendo dall’estremità opposta della strettoia inferiore dello stesso cono di cartone, grazie ad un foro praticato.
Quest’ultima estremità è piegata su se stessa in modo da essere facilmente impugnata con l’indice e il pollice della mano destra e mossa con movimenti simultanei e cadenzati dal basso verso l’alto e viceversa.
In tal modo la piccola marionetta di Pulcinella entra ed esce ripetutamente dal cono facendo sì che essa appaia e scompaia.
Nel contempo è possibile suonare, portandola alla bocca, una piccola trombetta di plastica applicata perpendicolarmente sullo stesso cono, la quale emette dei suoni stridenti ed argentini.
Questa simbiosi sonora e visiva del Pulcinella, che appare e scompare dal cono di cartone, ha permesso momenti di spensieratezza e ha fatto divertire migliaia di bambini.
Ancora oggi, anche se raramente, nel centro storico di Napoli, si può incontrare uno di questi venditori ambulanti, che pur trattando sempre lo stesso articolo, il loro target di compratori è essenzialmente cambiato: non più bambini ammaliati dal suono e dal gioco, troppo impegnati a mandare e ricevere messaggi su whatsapp, ma nostalgici adulti che, ricordando la loro infanzia, acquistano il giocattolo come testimonianza e ricordo del loro passato.