Fumata grigia alla fine del tavolo di discussione tra la Whirlpool e i sindacati dei lavoratori che si è tenuto ieri a Roma al Ministero dello Sviluppo economico.
Il vertice era stato convocato per cercare di arrivare ad un compromesso tra i sindacati e la multinazionale degli elettrodomestici che ha intenzione di tagliare più di 2000 posti di lavoro, chiudendo gli stabilimenti di Albacina (AN), None (TO) e Carinaro (CE).
Le parole del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi al termine dell’incontro, a quanto riferiscono le fonti sindacali, non lasciano presagire buone notizie: “Sono stati fatti piccoli passi avanti ma non sufficienti, così non va bene, l’azienda deve fare di più”.
La Whirlpool ha trovato una soluzione per i lavoratori dello stabilimento di None: la Mole Logistica, un consorzio piemontese d’imprese che operano nel settore della logistica, ha prospettato un modo per salvare 90 posti di lavoro. I lavoratori sarebbero assorbiti in due modalità: 44 dipendenti resterebbero nel sito di None, mentre gli altri andrebbero fuori provincia di Torino e la Whirlpool prevede in questo caso un supporto economico per lo spostamento e garantisce i corsi di formazione a tutti.
Altra decisione presa dalla Whirlpool riguarda lo spostamento a Napoli di un sito di lavaggio che garantirebbe almeno 100 nuovi posti di lavoro.
Resta critica invece la situazione per il sito di Caserta: la Whirlpool punta sull’incentivo economico all’esodo e sarebbe disposta a pagare dai 70 ai 100 mila euro per ciascuno degli addetti che perderà il posto di lavoro.
A quanto pare una parte dei lavoratori sarebbe disposta ad accettare, ma questa soluzione in termini di prospettiva occupazionale del territorio campano e di desertificazione industriale è inaccettabile agli occhi di molti.
Commenta infatti il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli: “L’azienda dopo aver annunciato di ricercare missioni produttive è ancora a mani vuote e ora lavora sulla reindustrializzazione ma non ha nessun progetto nè iniziativa credibile e spendibile. L’azienda faccia rientrare lavoro e missione industriale specifica per il sito di Carinaro; senza questa condizione non ci saranno percorsi nè accordi con la Fim Cisl”.
Critico sulla questione di Carinaro anche il segretario regionale della Fim-Cisl Giuseppe Terracciano: “È inaccettabile che la Whirlpool continui a confermare per lo stabilimento di Carinaro un generico piano di reindustrializzazione. Carinaro ha bisogno di una precisa missione produttiva”. Prima ancora di garantire una buona uscita ai lavoratori licenziati, sembra necessario secondo Terracciano e gli altri sindacalisti preservare i livelli occupazionali in Campania.
Inoltre, Bentivogli ha confermato, in seguito al vertice con la Whirlpool al Ministero dello Sviluppo economico, lo sciopero nazionale dei lavoratori della Whirlpool e la manifestazione di dopodomani a Varese, sede principale della società.