Come è ormai noto la scelta del nuovo allenatore del Napoli ha fatto storcere il naso a parecchie persone. Si dice che Maurizio Sarri non sia la persona giusta, perchè la storia del Napoli non è quella dell’Empoli o del Sansovino, tra le altre. Allora, ripercorriamola la storia del Napoli, dalla sua fondazione fino ad oggi, tra segni caratteristici, trofei e campioni che hanno calcato il manto erboso dello stadio San Paolo.
Il Napoli, o meglio la Società Sportiva Calcio Napoli, nasce il 1° Agosto del 1926 grazie all’imprenditore Giorgio Ascarelli che decise di fondere le varie squadre presenti sul territorio in un’unica società, con l’obiettivo di raggiungere grandi traguardi sportivi. Nel 1926-1927 il Napoli partecipa per la prima volta alla Divisione Nazionale (massima serie calcistica) chiudendo, però, le prime due annate in modo disastroso con la retrocessione in Seconda Divisione. Sarà la FIGC che deciderà di ripescare i campani per permettere l’adeguamento al gap che esisteva con le squadre settentrionali.
Il colore che contraddistingue la società Napoli è l’azzurro, mentre la mascotte è l’asino, anzi o’ciuccio. La storia della mascotte non è nota a tutti, si racconta – dalle parole del giornalista napoletano Felice Scandone – che sia stato scelto l’asino come simbolo perchè quel Napoli iniziale, che retrocedeva mestamente sul campo, richiamava la storia dell’asino di Fichella, contadino napoletano, che era ridotto molto male e non riusciva a fare grandi passi, cosi come il Napoli non riusciva a racimolare punti. Da allora, forse per scaramanzia, forse per affetto, i tifosi e la società hanno mantenuto questo simbolo come raffigurazione della loro squadra, e il 23 Febbraio 1930, prima di Napoli-Juventus allo Stadio Vesuvio, entrò con una maglia del Napoli un asino in carne ed ossa, e il vecchio stemma del Napoli con un cavallo rampante fu definitivamente eliminato.
L’attuale stadio San Paolo, dove il Napoli gioca le sue partite interne, non fu lo stadio dove ha esordito la formazione azzurra; infatti è stato inaugurato soltanto nel 1959, e prima si giocava nello Stadio Acarelli (stadio Vesuvio, ma rinominato cosi per il fondatore della squadra, l’imprenditore Giorgio appunto).
I primi trofei arrivarono soltanto nell’annata 1961/1962, anno nel quale il Napoli fu promosso in Serie A, con la vittoria della prima Coppa Italia (da quel giorno ad oggi si conteranno altri quattro trionfi); mentre per la Serie A bisognerà aspettare fino al 1987. Tre anni prima, l’allora presidente Ferlaino, acquista dal Barcellona per 15 miliardi di lire (un record) un giocatore argentino, un campione che farà sognare Napoli: Diego Armando Maradona. E’ grazie a lui e giocatori del calibro di Bagni, Giordano, Garella e Renica che il Napoli sale sul tetto d’Italia e si replicherà tre anni più tardi dopo aver invece perso, sul filo di lana, un titolo l’anno prima – 1989 ndr – con tante polemiche al seguito. Sempre nel 1989 il Napoli vince anche il suo primo titolo europeo battendo in finale di Coppa Uefa lo Stoccarda.
Dopo il secondo titolo, e qualche anno di stabilimento tra le prime posizioni, la crisi colpisce il Napoli che lentamente inizia a sprofondare fino a retrocedere in Serie B nel 1998 (dopo ben 33 anni di permanenza nella massima serie). E’ l’inizio di un periodo nero per il Napoli, che nonostante la promozione nel 2001, non riesce più ad imporsi come grande in Serie A.
Anno 2004 buio totale per la piazza napoletana: la crisi finanziaria non si solleva, nonostante i cambi di proprietà da Ferlaino a Cobelli a Naldi, e il Napoli fallisce ripartendo dalla Serie C con un nuovo presidente, Aurelio De Laurentiis, e con la nuova denominazione Napoli Soccer, che sarà ripristinata in SSC Napoli nel ritorno in B dei campani nel 2006.
Con De Laurentiis il Napoli è ripartito, ha faticato, sofferto, ma alla fine è tornata nell’olimpo, ha calcato nuovamente i palcoscenici europei, ha lanciato campioni come Lavezzi, Cavani e Hamsik, oggi ha altri campioni come Higuain ed è li pronto a ricalcare i fasti a cavallo tra gli anni 80 e 90, quelli di Maradona, quelli del Napoli campione d’Italia.