Nadir è un festival autofinanziato e indipendente che si terrà il 2-3-4 Luglio a Napoli, presso gli spazi abbandonati del Polifunzionale di Soccavo.
Musica, ma non solo – Miriam in Siberia, Incomprensibile FC, Nibiru Prj 22, Sabba e gli Incensurabili, Arduo, Slivovitz, Buddha Superoverdrive, Sula Ventrebianco, Sixth Minor, Francesco Forni & Ilaria Graziano, Bud Spencer Blues Explosion, Silicon Dust e Gnut sono gli artisti che hanno aderito alla tre giorni musicale, cui si aggiungeranno i vincitori del contest organizzato fra le migliori band emergenti napoletane. Ma NaDir non è solo questo: al centro del festival non c’è solo musica, ma un’idea, un progetto ampio che vuole cambiare il concetto stesso di evento culturale, una nuova direzione contraria e opposta alla visione puramente commerciale cui siamo ormai abituati.
I pilastri del cambiamento – NaDir nasce dalla sinergia generata tra l’omonimo Collettivo e gli attivisti della Campagna per la riappropriazione degli spazi urbani “ScaccoMatto“, della Scuola autorganizzata per migranti “Nablus” e del Coordinamento Studentesco di Piazza Carlo III. L’obiettivo è quello di creare un festival che provi a riempire il vuoto della produzione musicale dal vivo a Napoli, superando i limiti imposti dal difficile mercato locale.
Come? Interrompendo il circolo vizioso imposto dalle interazioni tra artisti, intermediari e venue, che produce solo la lievitazione dei costi di produzione senza garantire un vero guadagno a chi effettivamente è lì a realizzare l’evento, dagli artisti, ai fonici, ai tecnici. Il tutto mantenendo un livello tecnico/qualitativo altissimo, a dimostrazione che “indipendente” non fa rima con “scadente”.
Perché? Tutto nasce dalla voglia di creare una manifestazione che avesse al centro la pulsione a fare arte, dando spazio nella propria città alle band più meritevoli della scena locale e valorizzandole attraverso una programmazione ragionata e un’organizzazione di stampo professionale. Ma non è tutto.
Il festival è solo la punta dell’iceberg di un lavoro più ampio, radicato nel territorio napoletano.
Un esempio? La location scelta non è casuale.
Il Polifunzionale di Soccavo è l’esempio perfetto di ciò che deve cambiare in città: un enorme spazio pubblico, creato in un primo momento per i cittadini, ma diventato il simbolo dello spreco e dell’abbandono in cui versano vaste zone di Napoli. NaDir vuole ripartire da qui: inserendo nella campagna di “ScaccoMatto” anche questa cattedrale nel deserto per riportarla ai cittadini, affinché la rivalorizzazione dei rioni e quartieri più in difficoltà parta dal basso, attraverso il coinvolgimento della popolazione. Per questo all’interno del festival saranno tenuti dibattiti e workshop, affinché si riesca a creare un movimento autentico di rinascita che riparta dai quartieri. Ma c’è ancora dell’altro.
Seppure l’evento musicale è l’attrattiva maggiore e il comune legante scelto per il festival, all’interno degli spazi del Polifunzionale saranno ospitate diverse altre attività, come esposizioni di diverse piccole realtà locali, siano artigiani o altre organizzazioni, il tutto per fornire una vera vetrina a chi spazio di solito non lo ottiene.
Ma il fine ultimo di NaDir non si esaurisce di certo con il festival: tutto nasce per promuovere l’inizio di uno shift culturale che riguardi tutti. In questo senso, NaDir propone l’indipendenza come strumento più che come valore assoluto, cercando di costruire un coinvolgimento diretto in tutti i lavoratori che partecipano all’organizzazione, artisti compresi, fino ad arrivare al pubblico, non semplice spettatore, ma finanziatore reale del progetto.
L’obiettivo è piantare la nozione che è possibile costruire eventi e produzioni professionali senza sacrificare il valore umano, tecnico e artistico in nome delle logiche di mercato, delle condizioni dettate dagli intermediari e delle difficoltà del mercato musicale locale.