Popolano e in fondo schivo, fieramente ciociaro, l’attore Nino Manfredi ci ha lasciato tante interpretazioni memorabili, dove la sua mimica valeva più di mille copioni.
Nino Manfredi moriva undici anni fa, il 4 giugno 2004, ultimo a lasciare la scena tra i “quattro moschettieri” della commedia all’italiana, dopo Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman e Alberto Sordi.
Classe 1921, Saturnino Manfredi, in arte Nino, nasce a Castro del Volsci (Frosinone). La sua principale attività nel mondo del cinema è stata quella di interprete, e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Dio ci ha creato gratis (1998) di Angelo Antonucci.
Nel 2002 ha inoltre lavorato con Luigi Magni per la realizzazione del film La notte di Pasquino dove ha interpretato la parte di Pasquino.
Oltre al ruolo di interprete Nino Manfredi ha lavorato come sceneggiatore e scrittore nel film commedia di Dino Risi , Operazione San Gennaro (1966); il film ha riscosso all’epoca un ottimo successo; la partecipazione del nostro Totò (Operazione San Gennaro è uno dei suoi ultimi film) è minimale, ma, come vedremo, in ogni caso di grande impatto comico.
Indimenticabile la splendida interpretazione del personaggio di Dudù, un guappetto napoletano, interpretato da Nino Manfredi, uno dei pochi attori nati lontani dal Vesuvio e in grado di esprimersi in un napoletano perfetto.
Tra le sue più celebri interpretazioni ricordiamo inoltre: Nell’anno del Signore (1969) di Luigi Magni. Ispirato a un fatto realmente accaduto, l’esecuzione capitale di due carbonari nella Roma papalina, tra interpretazioni da applauso (nel cast anche Alberto Sordi) viene elargita una beffarda cronaca pre-risorgimentale, che va ben oltre i libri di scuola.
Per grazia ricevuta (1971) di Nino Manfredi, qui Nino è alle prese col suo primo lungometraggio dietro la macchina da presa (premiato come migliore opera prima al Festival di Cannes). Esce dai cliché delle commedie popolari spesso interpretate, e affronta un tema ostico come la fede e l’educazione religiosa, in un’impegnativa prova da attore e regista.
Interpreta il ciociaro Benedetto Parisi, uno dei ruoli a cui era più affezionato insieme al Nino di Pane e cioccolata. Ritenuto miracolato, Benedetto è chiuso in convento in attesa di un segno che confermi la sua vocazione, finché l’attrazione verso l’altro sesso non gli appare come tentazione, mandandolo sotto sopra,
C’eravamo tanto amati (1974) di Ettore Scola, meraviglioso film e meravigliosa ancora una volta l’interpretazione di Manfredi, stavolta Nino è un portantino comunista fedele ai suoi ideali, Vittorio Gassman un borghese arricchito, Satta Flores un intellettuale cinefilo: i tre sono amici che si perdono e si ritrovano in fasi diverse della propria vita e della storia italiana, dal 1945 al 1974, tra rivoluzioni mancate e sogni sbiaditi.
Brutti, sporchi e cattivi (1976), un’altra accoppiata Scola-Manfredi, un’altra pellicola da ricordare. Un’affollata tragicommedia dai toni crudelmente grotteschi e satirici. Premio alla regia al Festival di Cannes.
Nino è Giacinto, tirannico e guercio, padre di una famiglia di immigrati pugliesi residenti in una baraccopoli romana. Scopo principale dello stuolo di parenti di cui è circondato è entrare in possesso dei soldi che gli spettano per la sua invalidità. Spietato e divertente, ogni risata è amara.
Nino Manfredi ci lascia all’eta di 83 anni, spegnendosi in una triste giornata del 4 Giugno 2004 a Roma. Indimenticabile interprete, indelebile tra i grandi del cinema italiano.