Il termine “Quartiere” quando viene riferito a Napoli, assume un connotazione davvero particolare, più che trattarsi di un luogo situato geograficamente in una zona specifica della città, per il popolo napoletano rappresenta il luogo di appartenenza, l’identità di cui andare fieri, da portare come bandiera in qualsiasi contesto sociale o culturale in cui ci si trovi.
Per chiarire meglio il concetto, se una persona è nata nel rione Sanità, non dirà mai sono nata a Posillipo, pur essendo questo più panoramico e a picco sul golfo, l’identità territoriale è sacra e mai deve essere confusa.
Dire sono nato a.., oppure, sono di…, è per i napoletani fattore imprescindibile per sottolineare sempre e comunque dove si è nati, una sorta di pacifica rivalità tra quartieri, per stabilire la superiorità storica, dell’uno sull’altro.
E se di storia si tratta, il Quartiere Forcella, ne è sicuramente pregno in ogni vicolo, palazzo, basso o angolo di strada che sia.
La storia di questo “pezzo” di Napoli, parte da lontano e affonda le sue radici nell’epoca greca dell’antica Neapolis.
Una delle testimonianza storiche di questo periodo, è rappresentato dalla presenza del “famoso” Cippo a Forcella.
‘O Cipp’ a Furcella, così chiamato in dialetto, è un gruppo di pietre (erroneamente chiamato “cippo”) facenti parte, un tempo, della cinta muraria di epoca greca.
Molto probabilmente il cippo è costituito proprio dai resti di una porta difensiva della cinta muraria, la Porta Furcillensis o Herculanensi,
Sono dunque questi, i reperti archeologici più antichi di Napoli, risalenti al III secolo a.C.
Al Cippo è legato un modo di dire molto usato nel parlato napoletano: S’arricorda ‘o cippo a Furcella, è un’espressione che ammonisce l’utilizzo di qualcosa di antiquato e obsoleto, perché fuori uso e non a passo con i tempi.
L’origine del nome Forcella, è una questione ancora oggi irrisolta, l’ipotesi più accreditata è quella che fa risalire il nome alla forma che la via assume diramandosi e creando un bivio a Y, che somiglia proprio ad una forcella, strumento utilizzato nel lavoro di uncinetto.
Un’altra ipotesi è legata allo stemma del seggio (o sedile), che per Forcella aveva la forma di Y, simbolo che richiamava l’emblema della scuola di Pitagora, al tempo presente nella zona.
Ma Forcella è stato anche il set cinematografico, dell’indimenticabile film Ieri, oggi e domani, in cui, nell’episodio scritto da Eduardo De Filippo, Angelina, bellissima popolana napoletana impersonata da una splendida Sophia Loren, per evitare la prigione per spaccio di sigarette di contrabbando, continua a farsi mettere incinta dal marito, ruolo interpretato magistralmente, dal grande Marcello Mastroianni.
La storia è ispirata dalla reale vicenda di Concetta Muccardi, una contrabbandiera di Forcella che ha avuto ben diciannove gravidanze pur di non finire in prigione e ha continuato a svolgere il suo mestiere fino alla morte, avvenuta all’età di 78 anni nel 2001.
Di quel film non si può non menzionare, la scena in cui la Loren, in una sua specialissima interpretazione, cantava Core ‘ngrato.
Purtroppo Forcella, è spesso passata alla storia anche per i fatti di sangue, tristemente consumati nei vicoli di questo storico e colorato quartiere.
Ci sembra doveroso ricordare Annalisa Durante, una bambina di 14 anni, che il 27 marzo del 2004, in uno scontro a fuoco fra clan rivali, veniva colpita alla testa, causandone la morte.
Forcella, tra i vari e numerosi quartieri di Napoli, è sicuramente quello più caotico, vivo e caratteristico, situato in una zona centrale della città, a ridosso di Via Duomo, tra uno dei famosi Decumani (Spaccanapoli) e il Corso Umberto I, incarna tutto il folklore di un popolo antico e mediterraneo.