Delle antiche porte di Napoli che ancora possiamo ammirare, per chissà quale fortuna storica, Porta Capuana, senz’altro rappresenta l’esempio più straordinario ed efficace, non solo del gusto rinascimentale a Napoli, ma anche del simbolismo assunto per trasmettere la magnificenza della casa d’Aragona che la fece erigere. Difatti questa diventa sostanzialmente una struttura rappresentativa e celebrativa allo stesso tempo.
Porta Capuana, fu costruita sulle macerie di un’antica porta greca, chiamata Porta Campana, posizionata all’estremità destra del Decumano maggiore e costituiva l’accesso da oriente alla città di Neapolis.
Nel 1488, durante i lavori di allargamento della mura cittadine decretati da Ferrante I d’Aragona, (figlio illegittimo di Alfonso V), il monumento greco, fu demolito e riedificato su progetto di Giuliano da Maiano.
Giuliano da Maiano comprese in fretta le esigenze del regnante, pertanto progettò l’opera in splendido marmo bianco di Carrara, di cui ancora è totalmente rivestita, disegnandola come un vero e proprio arco di trionfo: stemmi, epigrafi, archi e cartigli, sculture, decorazioni e altorilievi, putti e vittorie, assolutamente emblematiche, dovendo enunciare la vittoria di Ferrante sui baroni ribelli e dovendo peraltro celebrare la sua incoronazione di re. Esemplificative in questo senso sono le dimensioni della struttura che in origine raggiungeva i venticinque metri, divenuti poi ventitrè con il progressivo innalzamento del suolo stradale.
La porta fu iniziata intorno al 1488 e terminata nel 1495, in quanto alla visita di Carlo VIII a Napoli, la struttura era già in piedi.
Il da Maiano studiò un sistema molto semplice, eppure elegante ed imponente. La porta si organizza su due pilastri laterali in stile corinzio, su cui s’accosta il fornice dell’arco decorato con un bassorilievo scolpito con trofei d’armi: elmi, corazze, spade e scudi, tutto avvolto in nastri che si interrompono in cima all’arco, nel cui centro campeggia la cosiddetta chiave dell’arco che segna il punto equidistante tra le due parti, per poi proseguire nel lato opposto.
Sovrapposto a questo prendeva posto in loco alla trabeazione, il fregio con la scena dell’incoronazione di re Ferrante, ovvero Ferdinando I, che ebbe la sfortuna di evocare quella memorabile data per solo mezzo secolo, dato che al suo trionfale ingresso in città nel 1535, Carlo V la fece eliminare e sostituire con il suo stemma dell’aquila bicipite ad ali piegate.
Ai due estremi, in loco alle nicchie laterali, prendono posto le statue di Sant’Agnello e San Gennaro.
In cima la struttura è sormontata da un cornicione ed un attico dalle dimensioni di novanta centimetri, tutto in marmo bianco e decorato con gigli.
L’elegante arco di marmo bianco è racchiuso tra due poderose torri aragonesi, Onore e Virtù.
Porta Capuana, fu così chiamata perchè da quel punto, iniziava la strada verso Capua.
Nel 1656 venne eretta sulla porta una nicchia con all’interno un affresco rappresentante San Michele Arcangelo oltre a San Gennaro, Sant’Agnello e San Rocco, i quali sono stati affrescati da Mattia Preti, in procinto di pregare la Vergine Maria per scacciare la peste.
L’affresco negli anni si deteriorò e fu sostituito da un affresco rappresentante l’Immacolata, realizzato da Gennaro Maldarelli nel 1837.
Nel 1926 fu stabilito che fosse rimossa la statua votiva di San Gaetano, posta sul lato interno della porta, per motivi di sicurezza.
Negli anni trenta si mise in atto il progetto di isolamento della porta dagli edifici che si erano costruiti col passare dei tempi. Durante questi lavori fu eliminata anche la nicchia che era posta sulla porta, la quale tornò all’originario aspetto dell’epoca aragonese.
Da testimonianze fotografiche si evince inoltre che la statua votiva di San Gaetano era ancora situata al suo posto durante questi lavori e dunque la sua rimozione è stata effettivamente compiuta in tale occasione. La statua venne così collocata su un basamento nei giardini prospicienti la porta.