Il gobbo, detto anche ‘O Scartellato, è una nota figura popolare della tradizione napoletana ed al contrario della scartellata (femmina), si dice porti fortuna se gli si tocca la gobba.
Scartellato/a: radice greca kartos ( cesto, più tardi cartella ). Il termine indica i portatori – maschio e femmina – del kartos. Quindi la gobba è data dalla posizione del corpo di uomo e donna curvi sotto il peso del kartos.
Lo scartellato è portatore di fortuna: in realtà si presume che il kartos sia pieno di cose preziose e/o importanti, quindi toccare il kartos significa partecipare in qualche modo alla fortuna. Per la donna, di cui da sempre si guarda prima di tutto al lato estetico, essere curva diventava repulsivo, quindi la gobba venne associata alla sfortuna. Una sola donna gobba è associata a doni e fortuna: la Befana, che unisce vecchie tradizioni celtiche ai riti cristiani dell’Epifania. Ma il nostro scartellato e la nostra scartellata agiscono tutto l’anno.
Il gobbo quindi, è visto come una specie di amuleto ambulante e non solo nella cultura partenopea. Meno noto è che, nella tradizione napoletana, lo scartellato stesso è una figura benaugurale, un personaggio positivo, portatore di ricchezza e felicità, tanto da essere considerato l’antagonista naturale dello “iettatore” e da avere una sua precisa iconografia: cilindro e giacca neri, papillon rosso e camicia bianca.
Non si capisce bene perché i teneri ed eleganti gatti neri portino sfiga e invece un uomo affetto da una disgraziata malformazione fisica, inficiante sia sotto il profilo estetico che pratico, porti bene.
Quello che è sicuro è che il gobbo non si ritiene fortunato.
Ma per quanto ci riguarda, se ci dovesse capitare di sognare un gobbo, dobbiamo essere felici, e giocare senza indugio il numero 57 al lotto. Infatti, come forse saprete, i numeri della tombola non servono solo a mettere il fagiolino sopra nelle sere di Natale, sono anche parte della Smorfia napoletana: la scienza, come molti amano definirla, dell’interpretazione e codificazione, tramite numeri, dei sogni. Si dice che la parola Smorfia derivi da Morfeo.
Nella Smorfia napoletana ‘O Scartellato è il numero 57 e nel cartellone dove sono presenti tutti i 90 numeri, si rappresenta con un cilindro nero, panciotto e gambe a forma di corno rosso.
La tradizione ci insegna pure, che bisogna stare ben attenti anche al sesso del portatore di gobba: se è maschio, vale quanto detto finora; ma se si tratta di una scartellata, tutte le proprietà apotropaiche legate alla gobba non solo spariscono, ma vengono sostituite da una sana dose di sfortuna, pronta a colpire chiunque, vittima dell’ignoranza, abbia la malsana idea di toccare lo scartiello di una signora gobba o di giocare il 57 dopo averne sognata una.
Anzi, mi raccomando, se sognate una gobba, vi conviene rivolgervi ad uno specialista per un buon contromalocchio……
‘O scartellato di Raffaele Chiurazzi
Comm’ ‘a nu gliummariello arravugliato,
steva assettato, muorto ‘e friddo e famma,
nu povero guaglione scartellato.
— Signò, nu sordo, ca nce ‘o porto a mamma ! —
— Io lle menaie nu sordo e lle dicette:
— Ma mammeta te lassa mmiezo ‘a via? —
E isso, pronto pronto, rispunnette:
— Io so’ ll’uo’cchio deritto ‘e mamma mia!
Seh! Chesto ce mancava ! Che dicite?
‘A casa, manco ‘e frate mieie ce ponno…
Chi? Mammema? Signò, che nne sapite,
chella, ‘a notte, mme vasa pure ‘nzuonno! —
Mme ne jette. E vutaie p’ ‘o Mercatiello.
Ma ievo riflettenne, mmiez’ ‘a via,
chelli pparole d’ ‘o scartellatiello…
— Songo ll’uocchio deritt’ ‘e mamma mia !…
‘A mamma !… E ‘o scartellato mme parette
‘o guaglione cchiù bello e affurtunato,
‘ncunfronto a me, che a mammema perdette
d’ ‘o primmo iuorno niro che sso’ nato.