“Messaggeri del Vesuvio” è un titolo che personifica molto di più di una “semplice” canzone.
È un nuovo modo di concepire ed omaggiare la musica rap, conferendo un coercitivo ed innovativo tributo al genere, ideato dall’icona del rap napoletano per eccellenza, Clementino, per conferire forma, attraverso voce e strofe, a quello che può essere più degnamente definito un progetto musicale in continua evoluzione.
Il rap di Cimitile, per realizzare la prima versione ha convocato i cosiddetti “Napoli rap all star”, quindi i big della scena napoletana: Speaker Cenzou, Shaone, Zin, Ekspo, Polo, Svez, Dope One, Kapwan, Op’Rot, Rob Shamantide, Rametto.
Invece, la versione 2.0, inclusa in “Miracolo”, il nuovo album della “Iena White”, oltre all’icona-capotraccia Lucariello, in rappresentanza della Golden age napoletana, quindi unico testimonial della “old school”, stavolta accoglie ed annovera i nuovi cantori della scena partenopea: Skarraphone, Oyoshe, Emcee Ozì, Lele Blade (Kimicon Twinz), Dome Flame (Kimicon Twinz), Fabio Farti, Peste Mc, El Koyote, Valerio Nazo e Ivanò e Master Prod (La Pankina Krew).
Una “convocazione” importante per le due voci più scaltre di Napoli Est e che solca lungo il cammino della krew dei marcati tratti di ottimismo che impongono di guardare al futuro con “gli occhi della iena”. Quegli occhi che hanno carpito nella loro musica una decisa impronta di talento e che, in maniera tacitamente eloquente, li indica come i prossimi e futuri “eredi al trono”.
Ad onor del vero, La Pankina Krew sta perennemente dimostrando di essere una delle realtà musicali più fervide ed innovative della scena napoletana. L’aspetto che concorre a sancire la differenza, va riscontrato nella “marcia in più” che, da sempre, anima intenzioni, azioni ed emozioni di questa giovane, ma tutt’altro che “gracile” band: fare quello che senti, per il piacere di farlo, perché ti fa star bene, senza imbrigliare pensieri e progetti nelle velleitarie dinamiche imposte dalla raziocinante e cinica progettualità.
La passione è la benzina che alimenta il cuore di questo “trio delle meraviglie”. Il cuore è il pozzo dal quale attingono ispirazione e motivazioni.
“Per noi è stato un onore, oltre che un vero piacere quando Clementino ci preannunciò che dopo Mea Culpa avrebbe lavorato al nuovo disco, “Miracolo”, e che saremmo stati chiamati a rappresentare i “Messaggeri del Vesuvio”. Una soddisfazione enorme, non solo per il riguardo manifestatoci da quello che reputiamo prima un amico e poi un grande artista. Non può essere diversamente quando un’icona nazionale, un artista stimato e più affermato ti chiama per figurare in un suo disco.
La strofa rappresenta un botta e risposta tra i messaggeri della nostra città, attraverso la quale raccontiamo chi siamo e cosa facciamo. La scelta di esprimerci in dialetto non è solo intenzionale, ma soprattutto fortemente voluta per “presentare” la nostra lingua madre a tutta la nazione.”
Una strofa che ingloba in poche battute un sentimento, il sentimento alla base della loro storia; una storia che racconta una vita nella quale possono immedesimarsi tante altre vite, capaci di riscontrare in quel senso d’appartenenza il verace mordente che infervora quello stesso amore che sboccia tra le ortiche delle periferie:
“Messaggeri ro Vesuvio,
o sient o stamp Vesuviano
incandescent’ comm a lava,
ma simm figl’ ro mare
nun “speakamm” English,
parlamm poco italiano
e si rappamm Napulegno
te par ca è ‘Mericano
A’ Panchina rappresent,
nuova scuola, zona est
a matina cagna o vient
è che parol e cu nu gest
o sole che raggi scarfa stu cielo
e stu linguaggio è nu vangelo
pe stu rap pane e vino
nun simm mast’ ma mastini,
purtamm’ o messagg’ in giro (ALL STAR)
sang’ azzurro crisciut for a panchin’
scriv e vivo, one love, vir buon stu cammin,
o rap ha rat nu vantaggio
mettenn o discors’ in rima
Nun ce sta confin tra nord e Sud , so ‘ndupp,
ce pijen’ in giro, vir’ ca S.Gennar ce fa a grazia (Amen)
pass’ cazz cazz, me rilass, mazz e pazz,ammazz marz, abbozz, beat e sforz natu loop!”
Per ascoltare Messaggeri del Vesuvio 2.0 clicca qui.