Il Marocco è la capitale del sesso africana: infatti fra Marrakech, Fes, Rabat, Tangeri e Casablanca si contano più di circa 50mila prostitute, di cui le 19mila intervistate che risultano essere analfabete, divorziate o vedove di un’età compresa fra i 18 e i 20 anni.
Le giovani si riuniscono nelle brasserie, nei negozi di moda o nei fast food, al fine di trovare clientela e si vendono a un prezzo che varia fra i 500 ai 700 dirham corrispondenti a 50/70 euro. Le ragazze si offrono in maniera totalmente autogestita, gareggiano con le colleghe provenienti dall’Africa centrale, e le più belle arrivano a richiedere cifre pari a 300 euro con cena a carico del cliente. La loro fama si estende anche in Europa e in Arabia Saudita creando così, scabrosamente, un vero e proprio turismo sessuale ad alta richiesta con tanto di recensioni, tour per i turisti più esigenti, luoghi e tariffe.
Nell’antico quartiere ebraico, il Mellah, invece, le donne che si vendono non sono più belle come una volta e le tariffe scendono fino a 20 Dirham: 2 euro per un rapporto sessuale consumato a due passi dal souk. C’è chi grida allo scandalo in terra d’Islam, e chi invece fuori dai confini organizza tour dedicati ai turisti più esigenti.
L’indagine del Ministero della Salute rivela che sulle 19 mila prostitute intervistate, la maggior parte sono analfabete, divorziate o vedove, dichiarano di aver avuto la loro prima relazione sessuale tra i 15 e i 19 anni. Vivono sole, ma sostengono economicamente qualcuno, molto spesso dei figli o le famiglie di origine.
Le ragazze rivelano in massa di utilizzare raramente il preservativo, perché non lo portano con se in borsetta o perché il cliente non vuole usarlo. Nel 98% dei casi il rapporto a pagamento si consuma dove le porta il cliente, in appartamenti affittati ad hoc o in riad presi in esclusiva.
Impossibile affittare camere in hotel, perché proprio per evitare il diffondersi della prostituzione una legge del regno vieta ai marocchini di soggiornare con altri che non siano i legittimi consorti. Chi non esibisce il certificato di matrimonio è passibile di arresto e mette nei guai anche l’albergatore che rischia di chiudere l’attività.