Napoli è stata nei secoli, una fucina dell’arte, sempre attiva e prolifica, il suo patrimonio storico e culturale è davvero immenso, in ogni vicolo, strada, angolo e quartiere, esistono strutture e spazi dal valore inestimabile, troppo spesso abbandonati e lasciati nell’oblio e che andrebbero invece recuperati, restaurati o semplicemente ” ripuliti ” e ridati alla cittadinanza.
Questo è il caso dell’antico Oratorio di Santa Maria della Fede conosciuto anche come Conservatorio di Santa Fede o Palazzo delle vecchiarelle.
” La notte del 13 dicembre 2014 un gruppo di associazioni, comitati, cittadine e cittadini ha riaperto dopo decenni di abbandono l’ex Oratorio di Santa Maria della Fede, in via San Giovanni Maggiore Pignatelli, con una iniziativa che ha voluto interrompere il lungo oblio che ha sottratto alla vivibilità del quartiere una preziosa risorsa, tra le tante, che ancora oggi restano inutilizzate, degradate o privatizzate, percepite come ruderi e vuoti urbani in pieno centro storico; risorse indispensabili per il benessere e la vivibilità che dovrebbero colmare gli enormi fabbisogni di spazio per ogni attività collettiva,solidale e di sostegno all’economia più povera e fragile.
Con il recupero di Santa Fede si vuole realizzare un’esperienza concreta di comunità, consapevoli che si tratta di un processo complesso che necessita di grandi risorse economiche, organizzative e sociali. “
Lo stato di abbandono in cui versava l’edificio, era oltremodo deplorevole e oltraggioso. Ridare la dignità ad un luogo da cui trasudano le storie di chi vi ha abitato, è stato un atto dovuto (foto sulla destra)
” Per questo SOSTENIAMO UN NUOVO PERCORSO PER GESTIRE LA LUNGA FASE DI TRANSIZIONE DA BENE
ABBANDONATO A BENE COLLETTIVO, che tenda in primo luogo alla riappropriazione degli abitanti di questo bene con l’uso costante dello spazio e la sua costante apertura, e nel contempo l’avvio di una fase di consultazione popolare che possa guidare il suo recupero e riuso attraverso un percorso di
PROGETTAZIONE PARTECIPATA e di ATTUAZIONE CONTROLLATA.”
Dopo una festa per la riapertura avvenuta a marzo con un bel concerto di musica classica per mandolini dedicato alle melodie della posteggia, Santa Fede Liberata, come oramai viene chiamato il complesso, è una realtà dove per tutto maggio si svolgerà una mostra mercato dell’artigianato.
Abbandonato per almeno un ventennio, il complesso conventuale nacque nel 1700 su un precedente impianto cinquecentesco:
Destinato come ritiro penitenziale femminile su idea della regina Maria Amalia di Sassonia, l’oratorio sorse nel XVI secolo e venne ampiamente rifatto ne XVIII secolo; inoltre divenne sede di un ospedale femminile e di un conservatorio.
La facciata di via Pallonetto a Santa Chiara è caratterizzata da finestre con semplici cornici in piperno e si conclude con un cornicione della stessa pietra.
Il portale della chiesa, che si affaccia su via San Giovanni Maggiore Pignatelli, è in piperno: esso presenta una notevole decorazione marmorea ed è sormontato da un oculo in stucco. Sempre nella stessa via, al n° 5, è visibile una bella volta settecentesca disposta ad esedra.