In merito al Napoli Strit Food Festival è stato detto già detto tanto, ma non tutto.
Quello che, difatti, sembra esser sfuggito ai fugaci azzannatori di approssimative valutazioni è che il suddetto evento ha personificato, fin dalla primordiale data, l’essenza di Napoli.
Una manifestazione che ha intrapreso, dall’alba al tramonto e dal tramonto all’alba, un estenuante braccio di ferro con la minaccia insita nei copiosi ed infausti nuvoloni grigi, capaci di guastare anche la più attesa delle feste all’aperto. Tanto da indurre l’organizzazione a decidere di rimandare la kermesse di una settimana, per non rischiare di consentire a quell’insano pathos che accompagna e scandisce l’incipit della tempesta, di troneggiare sulla voglia di concedersi una boccata di gustoso cibo.
Le avversità: quelle con le quali tutti gli essere umani si misurano. I napoletani, nella suddetta disciplina, sono senza dubbio primatisti mondiali. Ragion per cui, a dispetto delle condizioni climatiche che non strizzavano affatto l’occhio al buon esito dell’evento, ha vinto Napoli, ha vinto lo Strit Food Festival.
Lo comprovano i numeri che registrano migliaia di adesioni; lo sottolinea il decoro del lungomare all’indomani dell’evento, a testimonianza di come si può – se si vuole – salvaguardare l’apprezzabile riuscita di un evento senza scivolare in spiacevoli ed indecorose sbavature. Un esordio incoraggiante che fa bene alla città e ancor più a quella tradizione nostrana che urlava il bisogno d’essere rilanciata in chiave moderna, ma nessuno sembrava udire quell’accorata richiesta. O meglio, nessuno, tranne Giovanni Kahn della Corte, “il papà” del Napoli Strit Food Festival, – evento realizzato in collaborazione con Giulio Cacciapuoti ed Iris Savastano – oltre che ideatore e fautore di un nuovo modo di percepire, proporre e gustare il cibo da strada.
Imprenditore, innamorato della sua terra, legato ai piaceri, genuini ed inimitabili della nostra tradizione, ma anche una mente manageriale, scaltra ed acuta, capace di osare per apportare quell’innovazione che ha trovato nel Napoli Strit Food Festival la sua, fin qui, più mondana e plebiscitaria espressione.
“L’idea di associare l’Apecar – spiega Giovanni Kahn della Corte – alla pizza, nasce durante un periodo di permanenza a Londra, sentivo il bisogno di creare qualcosa di più rispettoso del contesto circostante, capace di rilanciare lo street food italiano, ormai obsoleto e scarsamente comunicativo in termini d’immagini e contenuti. Pertanto, ai miei occhi, la soluzione più congeniale per perseguire quest’intento era proprio istituire l’ormai consolidato matrimonio tra l’Apecar, quindi un’icona del Made in Italy, e il prodotto emblema dell’eccellenza campana: la pizza.”
Tirando le somme, qual è il bilancio di questa prima edizione del Napoli Strit Food Festival?
“Sì è rivelata una Kermesse di primissimo piano, non voglio peccare di presunzione né tantomeno vorrei che il mio giudizio risultasse di parte, ma sento di poter dire che abbiamo portato in scena sul lungomare di Napoli un evento internazionale dal momento che il 100% degli stand personificavano un’autentica e piena espressione/evoluzione del concetto alla base dello “Strit Food”.
Le file, delle quali la gran parte dei visitatori si sono lamentati, erano legittimate dal fatto che tutti i prodotti erano preparati al momento e questa operazione, per cause di forza maggiore, richiedeva del tempo. Tuttavia, l’eccellenza delle pietanze ha ampiamente ripagato l’attesa: da un riscontro effettuato, infatti, abbiamo avuto modo di apprendere che il 90% dei consumatori sono rimasti soddisfatti dalla qualità delle pietanze offerte.”
Cos’è la pizza?
“Rappresenta il punto di forza per chi intende esportare l’arte culinaria di casa nostra nel mondo. L’evoluzione della pizza può essere sintetizzata in due parole: “strit food” e “gourmet”, anche se quest’ultimo vocabolo esigerebbe d’essere esibito con raziocinio, poiché sempre più spesso viene utilizzato per legittimare dei prezzi elevati ai quali, talvolta, non corrisponde un prodotto di qualità.”
Giovanni Kahn della Corte è sì un esperto in materia di ristorazione, ma, come detto, è anche un imprenditore napoletano che ha saputo ideare un nuovo business. Qual è il consiglio che senti di dare ai giovani aspiranti imprenditori?
“Bisogna essere veloci, prima di tutto ed armarsi di concretezza e determinazione. Non pensate troppo, ma mettete in pratica le vostre idee con impegno costante ed abnegazione. E soprattutto ricordate che il web e il mondo dei social rappresentano un supporto fondamentale per qualsiasi tipologia di attività.”