Il Meridione, è una terra ricca di storia, cultura, paesaggi mozzafiato, patrimoni artistici di notevole valore, gastronomia raffinata, leggende, misteri e curiosità, ma è anche una terra che ha generato personaggi stravaganti o illustri, che, in un modo o nell’altro, sono passati alla storia.
Eusapia Palladino
La vita di Eusapia Palladino fu quella di prima donna da un lato e di fenomeno da baraccone dall’altro, messi insieme e mescolati sapientemente.
Bistrattata, osannata, derisa, la povera ragazza del sud si difese, di volta in volta, con umiltà e con arroganza, con stupore e vanità.
Su di lei le notizie biografiche sono abbastanza contraddittorie, anche perché provengono, quasi totalmente, dai suoi stessi racconti.
Donna abilmente incline alle bugie e ai raggiri, riteniamo che l’unico dato certo, sia quello relativo alla sua nascita.
Era nata nel 1854 in Puglia, in un centro dell’interno, Minervino Murge.
Raccontava che la mamma era morta nel darla alla luce e che il padre era stato ucciso dai briganti sotto i suoi occhi; da piccola aveva subito un forte trauma alla testa, che aveva, a suo dire, amplificato i poteri della sua mente.
La povertà la spinse ad emigrare dal piccolo centro pugliese.
Si recò a Napoli, alla ricerca di un lavoro come bambinaia.
Trovò invece la fama quando, casualmente, entrò al servizio di una famiglia napoletana, quella dei Migaldi, in una sera in cui i coniugi, che stavano facendo una seduta spiritica, venuta meno una delle persone che doveva far parte della catena, pensarono di riempire il buco con la giovane Eusapia.
Quello che accadde sconvolse i presenti alla seduta; improvvisamente iniziarono a volare oggetti e si udirono distintamente, voci cavernose provenire da diversi punti della stanza.
Quell’esperienza le cambiò completamente la vita; la contadina povera e ignorante smise di fare la bambinaia e divenne una medium a tempo pieno.
Il mondo della scienza iniziò ad interessarsi ben presto agli strani fenomeni che avvenivano in presenza della donna; movimenti telecinetici, oggetti che volavano da un capo all’altro della stanza, voci dal nulla, apparizioni di luci misteriose.
Siamo sul finire dell’ottocento, non ci sono ancora mezzi per riprendere le sedute, così come non esistono ancora magnetofoni o altri strumenti di registrazione e tutto ciò che viene registrato è solo in forma cartacea.
Se alcuni studiosi danno credito a Eusapia, altri la credono solo un fenomeno da baraccone.
E’ il caso di Eugenio Torelli Voilleir che, assistendo alle performance della donna, si convince che la stessa usi trucchi per ingannare i presenti.
Lo scienziato pubblica una serie di articoli nei quali svela quali sono, a suo dire, gli espedienti che la donna usa: quando le luci diventano basse o si spengono, si fa tenere il braccio dal vicino e fingendo di starnutire, libera l’altra mano con la quale provoca i fenomeni.
Il prestigio della Palladino iniziò ad incrinarsi e a nulla valse la sua disponibilità a farsi sottoporre ad altri accertamenti da parte di eminenti studiosi.
Fra i quali ci furono, in più riprese, premi Nobel come i coniugi Curie, il Nobel per la medicina Richet e Cesare Lombroso.
In America il suo prestigio, già scosso, ricevette un colpo mortale quando venne esaminata dal professor Musterberg, docente di Harvard, che la scoprì proprio mentre, con un piede, muoveva il tavolino davanti a sé.
Pur nonostante questi trucchi banali e infantili, Eusapia riusciva a sconvolgere la maggior parte degli studiosi facendo sparire oggetti, facendoli riapparire in altre stanze, mostrando poteri che non potevano spiegarsi solamente come frutto dell’inganno.
Ben presto apparve chiaro che la donna viveva una specie di sdoppiamento della personalità: disponeva si, di doti medianiche particolari, ma aveva la tendenza a esasperare le cose e ad “aiutare” gli eventi.
Cosa che le costò l’ostracismo di buona parte degli studiosi, poco propensi a darle credito.
Tra luci ed ombre, tra accaniti sostenitori della sua autentica capacità di provocare fenomeni medianici e accaniti detrattori, Eusapia visse gli ultimi anni della sua vita lontana dalle luci della ribalta.
Il tempo e l’avanzare dell’età, lentamente ne eclissarono la fama. Povera e sola, finì per gestire un piccolo negozio in un misero quartiere di Napoli. Poco prima della morte la si vedeva parlare da sola, vagare nella notte, giocare con i bambini.
Morì dimenticata da tutti nel 1918.