Guadagnare tanto, senza compiere alcuno sforzo, raggirando le regole, senza, però correre l’effettivo rischio di finire dietro le sbarre.
Tre indizi che conducono ad un’unica e sempre più quotata soluzione.
Due parole che personificano il “lavoro illegale improvvisato” per eccellenza: parcheggiatore abusivo.
Un’icona di mimica, gestualità e slang, oltre che di modi di fare che sovente sfociano nella minacciosa aggressività.
Un culto tutto napoletano, un fenomeno in sensibile ascesa che non si vuole o non si sa o non si può arginare, seppur quotidianamente generi episodi sprezzanti vergogna ed indecorosa inciviltà.
Lo scorso weekend è giunta l’ennesima, triste e puntuale riprova di quanto il suddetto “lavoro illegale improvvisato” susciti appetibilità agli occhi delle mani poco avvezze ad afferrare sacrifici onesti e più dedite alla pratica della mimica peculiare che accompagna la famigerata battuta: “Capo, un’offerta a piacere!”
In via Oberdan, nel cuore del centro storico, a pochi passi da via Toledo, guerra, insulti e coltellate per un posto da parcheggiatore abusivo sono sfociati nel sangue.
Un uomo ha colpito due volte al braccio una giovane donna che aveva provato a sottrargli parte della strada dove lui abitualmente gestiva la sosta abusiva delle auto.
G.F., 26 anni, accusato di tentata estorsione, inoltre denunciato in stato di libertà per minacce gravi, lesioni personali dolose aggravate e possesso ingiustificato di oggetti atti a offendere.
L’uomo già da qualche giorno indirizzava minacce alle due sorelle, tra l’altro parenti della sua fidanzata, che gestivano la porzione di strada adiacente alla sua.
Così, – secondo la ricostruzione della polizia – sabato notte, l’uomo ha deciso di passare dalle minacce ai fatti generando una rissa, nell’ambito della quale ha tirato fuori dalla tasca un coltello e ha colpito al braccio una delle due parcheggiatrici abusive che è stata accompagnata al Vecchio Pellegrini dove, nel frattempo, erano arrivati anche i poliziotti che, dopo aver interrogato la vittima, si sono messi sulle tracce dell’uomo che, pertanto, è stato rintracciato e fermato subito dopo.
Al momento del fermo, l’uomo aveva ancora in tasca il coltello sporco del sangue.