Napoli riapre le porte della sede storica dell’Osservatorio Vesuviano. La sezione partenopea dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), inaugura un nuovo percorso museale. Il 23 maggio dopo 12 mesi di ristrutturazione, si gioisce anche per il riconoscimento dato all’istituto, di sito di rilevanza storica internazionale per la fisica. La nota di merito arriva dalla Società di Fisica Europea.
L’Istituto impegnato nella diffusione della cultura scientifica nell’ambito della scienza della Terra, fondato da Ferdinando di Borbone 174 anni fa, continuerà ad osservare le attività vulcaniche del nostro territorio. Situato a 608 metri di quota tra Ercolano e Torre del Greco, la nuova sede esporrà anche lettere, telegrammi, taccuini di campagna, strumentazioni e attrezzature usate per studiare i vulcani. Il recupero delle numerose collezioni storiche annovera medaglie di lava, strumenti di misura, ma anche una ricca documentazione storica e iconografica.
“L’attività che si svolgerà dal 23 maggio in poi sarà, ovviamente, centrata sull’Osservatorio, sulla sua attività, sul suo patrimonio tecnico, scientifico e culturale”, afferma il direttore dell’Osservatorio Vesuviano (Ingv) Giuseppe De Natale. Presente nella nuova sede anche un allestimento di opere degli Allievi delle Accademie d’Arte di Karlsruhe e New York e delle facoltà di Architettura dell’ETH di Zurigo e dell’Università di Amburgo, ispirati da una visita al territorio vesuviano.
La riapertura dell’edificio mirerà a rendere più fruibile il patrimonio storico-scientifico dell’Osservatorio Vesuviano, offrendo un ulteriore occasione turistico-culturale alla nostra Regione. Sabato sarà inaugurato anche un busto bronzeo di Giuseppe Imbò, considerato il pioniere della ricerca geofisica in Italia e Direttore dell’Osservatorio Vesuviano dal 1935 al 1970.