Premio Bandiera Blu 2015 a Castellabate. Questo piccolo comune della costa cilentana, in provincia di Salerno, è diventato famosissimo cinque anni fa in quanto scelto come location del fortunato film di Luca Miniero Benvenuti al Sud, ma le sue acque cristalline e la bellezza del territorio sono noti da tempo: è la diciassettesima volta che l’ambito premio Bandiera Blu viene conferito a Castellabate.
Il comune di Castellabate, insieme alle sue frazioni S. Maria, S. Marco, Lago, Ogliastro e Licosa, è compreso nel parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1998) e la sua flora e fauna tra Punta Tresino e Punta Licosa fanno parte del parco marino di Castellabate.
La parte più antica di Castellabate, come suggerisce anche il nome, è il castello che fece costruire l’abate Costabile Gentilcore il 10 ottobre 1123, data a cui è dedicata anche la piazza principale del paese, sede del celebre ufficio postale dove lavorano i protagonisti del film Benvenuti al Sud e che si affaccia su uno splendido belvedere da cui si può ammirare il golfo di Salerno,l’isola di Capri e di Ischia.
Per girare le altre scene del film, invece, il regista di Benvenuti al Sud sceglie la caratteristica frazione S. Maria di Castellabate ed in particolare il Porto delle Gatte, dove ha sede la famosa scena della cena di Bisio con i suoi colleghi di lavoro che gli fanno fare un vero e proprio tour tra i termini del dialetto cilentano e le prelibatezze della cucina del Cilento: la sopressata, il limoncello, i fichi impaccati e il sanguinaccio dolce.
La celebre scena finale del film è ambientata sulla spiaggia della Marina Piccola di S. Maria, con la torre normanno- aragonese di Pagliarola che in epoca medievale fu costruita a scopo difensivo per avvistare gli attacchi dei pirati saraceni.
La scena finale di Benvenuti al Sud, oltre a mostrare le meraviglie di Castellabate, pone anche l’accento su una caratteristica tradizione: il 15 agosto di ogni anno, per festeggiare S. Maria a Mare, c’è il celebre spettacolo dei fuochi pirotecnici sparati dalla spiaggia verso il mare che attirano ogni estate numerosissimi turisti, oltre ai cittadini di Castellabate molto legati alla tradizionale festa in onore della patrona.
Non mostrati nel film di Miniero ma ugualmente belle sono le altre frazioni di Castellabate:
S. Marco: porto turistico e interessante sito archeologico per il ritrovamento di numerosi reperti della dominazione greca e romana. Molto apprezzati di S. Marco sono anche i percorsi completamente immersi nel verde della macchia mediterranea che dal porto conducono alla spiaggia del Pozzillo, la più nota del paese.
La frazione Lago: così chiamata in quanto evidentemente paludosa e poi prosciugata grazie al lavoro dei monaci benedettini e dell’ Abate Simeone, nell’anno 1138. Negli ultimi anni ha conosciuto un grande sviluppo turistico grazie alla sua vasta spiaggia di sabbia dorata che si spinge fino ai piedi del promontorio di Punta Tresino.
Ogliastro e Licosa: la Baia di Ogliastro e l’isolotto di Punta Licosa sono due tra le zone meglio conservate del Cilento costiero da un punto di vista naturalistico. Bello il percorso via mare con cui si può raggiungere Licosa, ricoperta di una lussureggiante vegetazione e di specie di piante e animali non comuni: caratteristiche, per esempio, le lucertole dal petto blu e il Pinus Alepensis, la pianta sacra dei Fenici che probabilmente la importarono e qui cresce spontanea.
Castellabate, oltre al mare cristallino e alle sue peculiarità naturalistiche ed enogastronomiche, è un lodevole esempio di turismo ecosostenibile: da anni infatti, l’amministrazione comunale ricava ottimi profitti investendo sul turismo, ma rispettando sempre le caratteristiche dell’ambiente terrestre e marino.