L’ennesimo episodio che tinge di rosso la corrida, una fondamentale, sadica parentesi della multiforme tradizione spagnola. Una strenua ribellione della natura alla feroce brutalità dell’uomo, incapace di impietosirsi di fronte alle folli sofferenze di un animale agonizzante.
Il sangue che ha macchiato il suolo dell’imponente arena di Las Ventas, a Madrid, durante una corrida, svoltasi nei giorni della Feria de San Isidro, appartiene al giovane torero Jiménez Fortes, 25 anni, originario di Malaga.
Nella straziante lotta tra l’uomo e l’animale, reso folle dalla sofferenza, quest’ultimo è riuscito ad avere la meglio, sovrastando con feroce potenza il minuscolo corpo dell’ormai indifeso torero. Lanciato dapprima in aria e poi per due volte colpito al collo, dalle letali corna del toro, l’uomo ha avuto salva la vita solo grazie al tempestivo intervento del resto dell’equipaggio della corrida, che, in una disperata corsa contro il tempo, ha allontanato l’incombente pericolo di 640 kg, trascinando fuori dall’arena lo sventurato torero. Attimi di panico racchiusi in una manciata di minuti in un video: dopo la traumatica ribellione dell’animale, il giovane torero avrebbe trovato le forze per rialzarsi, forze che sono venute meno pochi istanti dopo.
Trasportato d’urgenza in ospedale, Jiménez Fortes non sembra essere in pericolo di vita, benché versi in gravissime condizioni. A salvarlo, un unico centimetro che ha impedito alle corna del toro di recidergli la carotide.
Un episodio che certamente non arresterà la sadica passione del torero, colpito già un anno fa durante una corrida.
Le sorti del toro non saranno altrettanto felici. Come se non bastasse, infatti, al termine di una corrida l’animale è sottoposto ad un’estrema tortura; in balia della sfrenata brutalità della folla, al toro, immobilizzato e ancora cosciente, vengono recise orecchie e coda, macabro trofeo di una barbara vittoria.
Una tradizione primitiva che trova l’appoggio del Parlamento di Madrid che nei giorni scorsi ha approvato una legge che le riconosce il titolo di ”Bene culturale da tutelare”.
Malgrado ciò, il divario tra i sostenitori della corrida e i suoi oppositori, si fa sempre più ampio e riemerge ogniqualvolta a versare il sangue non è solo il toro.