Un uomo, Giulio Murolo, 48enne, infermiere dell’ospedale Cardarelli, incensurato, con una gran passione per la caccia, tanto da possedere in casa un autentico arsenale.
Una passione esplosa e degenerata nel più tragico degli epiloghi.
Questo l’identikit al quale è associato “il fatto del giorno”.
È lui l’uomo che, in preda ad un raptus, non si sa perché, ma è ben chiaro come, ha seminato attimi di panico durante le ore pomeridiane di Secondigliano, quartiere nel quale Murolo viveva con la famiglia. Con quella famiglia che ha sterminato.
Non si sa perché.
L’uomo si è messo a sparare dal balcone di un appartamento in via Napoli, dopo aver compiuto un’autentica strage all’interno dello stabile in cui abitava.
Ha ucciso sua moglie in casa, poi il fratello e sua cognata, sul pianerottolo del condominio. La canna di quel fucile miscelata a quei labili e feroci momenti di illogico livore omicida, hanno decretato la medesima sorte per un tenente dei vigili urbani di 65 anni, intervenuto per placare Murolo.
“Il cacciatore di uomini” si è poi barricato in casa e ha iniziato a sparare dal balcone, contro i passanti.
Ha così aggiunto un altro cadavere al suo autentico “bollettino di guerra”: un uomo di 57 anni che in sella ad uno scooter. Feriti non gravemente due amici che passeggiavano lungo quella strada tramutata in una trincea da Murolo.
Feriti lievemente, anche un carabiniere e un poliziotto che sono accorsi sul posto richiamati dal rumore gli spari.
Il raptus sarebbe stato determinato da futili motivi. Secondo alcune testimonianze, infatti, alla base della strage, vi sarebbe una più che irrilevante “goccia che ha fatto traboccare il vaso”: una discussione sorta “per merito” della famigerata corda utilizzata per stendere i panni.
Un filo, sottile, ma determinante che ha esasperato e rispolverato le vecchie ruggine per questioni di interesse tra Murolo e il fratello.
La strada è stata chiusa al traffico e sul posto sono giunte squadre di tiratori scelti. Scene pregne di incredulità e di paura. Ma anche sgomento e panico, serpeggiavano con giusta ragione lungo le strade di Secondigliano. La polizia ha tentato di fare irruzione, ma l’uomo si era barricato in casa aprendo le bombole del gas. Infine, Murolo si è arreso e si è consegnato alle forze dell’ordine.
«Sono disarmato, non sparate, mi arrendo» le sue parole prima di uscire dalla porta di casa. «Ho fatto una cazzata, ho fatto una cazzata».
Avrebbe poi bisbigliato. Si è concluso così un pomeriggio di inspiegabile follia che difficilmente Secondigliano saprà dimenticare. Annullata la cerimonia d’inaugurazione della nuova stazione metropolitana in programma per domani che prevedeva la presenza del premier Renzi, il sindaco de Magistris ha indetto una giornata di lutto cittadino.