La Procura di Milano ha aperto un fascicolo d’inchiesta, attualmente a carico di ignoti, che contesta l’ipotesi di reato di omicidio colposo per indagare le cause che hanno causato la morte di Rosa Angela Lavorgna durante un intervento di chirurgia plastica estetica.
La donna, 46 anni della provincia di Lodi, si era recata la settimana scorsa al Centro Medico Montenapoleone, una struttura privata d’eccellenza in corso Matteotti a Milano, per sottoporsi ad un intervento di rimodellamento chirurgico delle palpebre per fini estetici.
Purtroppo però qualcosa è andato storto e la donna è andata in coma ipossico e, pur essendo stata trasportata d’urgenza al reparto di rianimazione dell’ospedale Fatebenefratelli, i medici non hanno potuto far altro che constatare la morte cerebrale.
Sarà solo l’autopsia a stabilirne le reali cause, ma si parla di shock anafilattico.
Lo shock anafilattico è una rara quanto gravissima forma di reazione del sistema immunitario che inizia con una brusca caduta della pressione arteriosa e difficoltà respiratoria importante e può condurre a morte in breve tempo se non trattata d’urgenza in pronto soccorso.
Si verifica in seguito alla esposizione ripetuta di un allergene, nel caso della signora lodigiana probabilmente un farmaco come l’anestetico usato per l’anestesia o per la sedazione.
E’ una complicanza rara di un intervento chirurgico, ma della cui probabilità bisogna tener conto ed indagare con una buona anamnesi allergologica preoperatoria.
Infatti, una volta appurate le allergie del paziente che si sottoporrà all’intervento, è possibile intervenire con dei farmaci che modulino il sistema immunitario in modo da scongiurare il rischio di uno shock.
Resta comunque il fatto che, anche eseguendo alla perfezione tutti i passaggi pre, durante e dopo l’intervento, una dose di imprevedibilità legata all’operazione chirurgica c’è sempre. Imprevedibilità purtroppo dovuta all’estrema variabilità di risposta dell’organismo del singolo paziente alle manovre chirurgiche, ma alla quale si può far fronte scegliendo sempre una struttura dotata di un reparto di rianimazione.
Soluzione anche questa che non dà la certezza del 100% che l’intervento fili liscio come l’olio, ma che sicuramente abbassa drasticamente la probabilità che accadano episodi come quello recentemente verificatosi a Milano.
Tra l’altro, la signora Lavorgna era un’infermiera molto stimata per il suo lavoro ventennale presso l’ospedale Maggiore di Lodi in reparti soprattutto chirurgici, per cui era probabilmente informata sui rischi generali di un intervento chirurgico.
Rispetto ad un intervento di chirurgia plastica estetica, ossia non volta a migliorare la salute del paziente come nel caso della chirurgia plastica ricostruttiva, ma attuata per motivazioni estetiche appunto, quindi personali del paziente, i rischi possono essere:
Locali, legati alla parte del corpo interessata, come il gonfiore temporaneo post operatorio, le discromie, il dolore temporaneo.
Legate alla cicatrizzazione: per quanto possa essere bravo il chirurgo, la cicatrizzazione è un processo molto variabile da persona a persona e può interessare anche la sensibilità della relativa parte del corpo.
Psicologiche: bisogna avere delle prospettive e delle aspettative realistiche sul risultato dell’intervento per non avere ripercussioni sulla psiche del paziente, specie quando si interviene sul viso.
Per quanto riguarda le conseguenze legate all’intervento chirurgico in sè che possono mettere a rischio la vita del paziente, bisogna tener conto del rischio di:
Shock anafilattico: legato ad una spropositata reazione del sistema immunitario a farmaci utilizzati nel pre o nel post operatorio che vanno dagli antibiotici agli anestetici e ai materiali utilizzati per l’intervento.
Infezioni: dovute alla contaminazione da parte dei microbi della strumentazione usata per l’intervento chirurgico oppure, successivamente all’intervento stesso, dei materiali usati per le medicazioni delle ferite.
Emorragie, trombosi ed embolia: legate alla coagulazione del sangue. Purtroppo sono le complicanze più frequenti quando si va ad eseguire un intervento che già di per sè va ad alterare un equilibrio delicato come quello coagulazione/ fluidità del sangue.
La bravura dei chirurghi e le moderne acquisizioni scientifiche e tecnologiche sono in grado di abbassare la percentuale di questi rischi significativamente, ma è comunque premura del medico accertarsi di persona e non solo con la firma apposta sul Consenso informato da parte del paziente prima dell’intervento, dell’effettiva conoscenza delle possibili complicanze legate ad un intervento, anche quando ritenuto “di routine”.