Padre di una bambina di 7 anni, cameriere ‘a chiamata’ con una vita in apparenza normale nonostante una separazione alle spalle. Eppure Simone Borghese, 30 anni, è stato arrestato: è lui lo stupratore della tassista di Roma, vittima di una violenza sessuale e di una rapina denunciate venerdì mattina a Ponte Galeria, zona periferica Sud di Roma. Borghese ha confessato di aver violentato la donna.
Il suo racconto è stato talmente dettagliato da non lasciare spazio a dubbi. Così, almeno, sostengono gli investigatori.
Il trentenne, intorno alle ore 7 dell’8 maggio, si è fatto condurre dalla tassista M. M. in una zona appartata della “Piana del Sole”, fingendo di dover andare in un casolare che si trova proprio al termine di una strada chiusa, non più asfaltata.
Appena imboccata la strada sterrata, invece, il cliente chiedeva di fermarsi e, a quel punto, ha aggredito la vittima, immobilizzandola per i capelli, sferrandole un pugno e costringendola a un rapporto sessuale. Al termine, la rapinava del portafoglio, cercava di sottrarle anche le chiavi della macchina, il cellulare e gli occhiali da sole, ma la vittima, afferrandolo per la camicia, gli faceva cadere gli oggetti, mentre l’uomo scappava tra i campi adiacenti alla zona.
A seguito delle indagini ininterrotte della polizia, coordinate dalla Procura della Repubblica, si decideva di diffondere l’identikit dello stupratore. Arrivavano diverse segnalazioni, una delle quali risultava di particolare interesse, in quanto effettuata da un tassista che affermava di aver condotto un cliente, somigliante a quello ritratto nell’identikit, in una delle strade limitrofe a via Pescina Gagliarda. Il tassista, inoltre, dichiarava che lo sconosciuto cliente non gli aveva pagato la corsa, ragion per cui si era fatto lasciare il numero di cellulare.
Queste informazioni hanno permesso l’arresto: il collega della donna violentata e rapinata ha notato la somiglianza fisica e in particolare lo stesso colore della borsa dello stupratore.
Secondo gli inquirenti, Simone Borghese è apparso provato ma lucido nella ricostruzione della violenza sessuale sulla tassista di 43 anni. Ma chi è realmente Simone Borghese? Qual è stata la sua vita? A raccontarlo, in parte è la madre, Giuliana Borghese, mediante un intervista a un noto quotidiano.
“Dovete concedermi di spiegare a tutti chi è davvero Simone – supplica la madre Giuliana in un’intervista – Il figlio di un padre alcolizzato, un barbone, un violento con il quale ha vissuto da quando me ne sono andata via di casa nel 2005, stanca di essere picchiata e maltrattata ogni giorno”. E ancora: “Numerose le denunce della donna ai Carabinieri, che tuttavia “dicevano ‘Signora, ci chiami quando la sta picchiando’. Inutile dire che non riuscivo mai a farlo”.
Poi ha parlato delle violenze sul figlio: “Lo picchiava ma per cose anche giuste, che so: per un pallone lanciato troppo in alto, fino a rompere un vetro”. A questo punto la donna parla delle delusioni del figlio: “Si è sentito abbandonato due volte. Prima da me, dieci anni fa, poi dalla moglie. Soffriva da morire”. Infine dichiara di aver paura: “Temo che ci facciano del male – interviene la nonna Adriana – Questo quartiere è un paesino, ma qui c’è gente che lo vuole ammazzare. Se ce lo rimandano a casa come faremo, eventualmente, a fargli scontare qui i domiciliari? Non posso pensare che lo vengano a prendere per fargli del male…”.