Messina – I carabinieri hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari e sette misure di obbligo di dimora nel comune di residenza nei confronti di altrettante persone accusate, a vario titolo, di riduzione in schiavitù, false attestazioni a pubblico ufficiale sulla identità personale, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, supposizione di stato di un fanciullo, millantato credito e violenza privata con l’aggravante del metodo mafioso.
L’indagine nasce dagli otto fermi avvenuti lo scorso 4 febbraio per la presunta compravendita di un minore romeno. E’ la seconda tranche dell’inchiesta sulla compravendita di un minore da parte di una coppia di coniugi di Castell’Umberto che, aveva deciso di adottarlo ricorrendo ad esponenti della criminalità organizzata. Lo scorso 24 febbraio erano già state fermate otto persone ed affidato ad una struttura protetta un minore rumeno. Le ulteriori indagini dei Carabinieri del comando provinciale hanno portato ora all’arresto di altre tre persone.
Gli investigatori, mediante le indagini, hanno scoperto che i coniugi Calogero e Lorella Maria Conti Nibali, in seguito alla nascita di una figlia affetta da gravi disabilità ed una serie di aborti, sin dal 2008 si erano rivolti a una presunta organizzazione che, in cambio di denaro, avrebbe dovuto consegnare loro un bambino al quale sarebbero state attribuite le generalità di un fantomatico figlio maschio della coppia che nel gennaio del 2008 ne aveva denunciato la nascita, in realtà inesistente, grazie a false certificazioni e false dichiarazioni all’ufficiale dello Stato Civile del comune di Castell’Umberto.
I due, hanno dunque messo in scena una finta nascita cercando poi di acquistare un bambino. Quando “l’affare” non andò a buon fine, pensarono addirittura di inscenare anche un finto funerale.
Questa storia agghiacciante è accaduta a Castell’Umberto (Me) dove i coniugi Nibali, già indagati per la compravendita di un bimbo rumeno, avrebbero tentato di ‘acquistare’ un altro piccolo anche a Messina.
Ma non sono i soli coinvolti in questa vicenda, bensì nel 2008 secondo l’accusa, la coppia con la collaborazione di una donna Bianca Capillo, avrebbe predisposto una falsa documentazione sulla nascita di un bimbo. Successivamente, avrebbero incaricato, affermano gli investigatori, Maurizio Lucà di cercarne uno attraverso suoi intermediari. Quest’ultimi hanno convinto una donna a vendere dietro il pagamento di 30mila euro il suo bimbo.
A Castell’Umberto i coniugi sarebbero poi riusciti quindi a farsi rilasciare una carta di identità con la foto del bimbo messinese ed i dati di quello che sarebbe nato nel 2008.
La madre del bambino messinese però, ci ripensò, prese il figlio e si rese irreperibile. I coniugi chiesero quindi a Silvana Genovese e Placido Villari di intervenire: i due con modalità mafiose avrebbero obbligato le persone che si erano interessate in precedenza per la compravendita a rintracciare la madre del bambino per riavere indietro la caparra data in anticipo.
Non soddisfatti Calogero e Maria Conti Nibali pensarono a questo punto di simulare la morte del piccolo poichè in possesso della documentazione che non riuscivano a giustificare, ma allo stesso tempo tramite il cognato Vincenzo Nibali avrebbero incaricato un altro uomo Aldo Galati Rando di rimediare un ‘sostituto’, dunque un altro bambino.
Galati Rando si rivolse al cugino Franco che trovò un bambino rumeno, e una volta giunto a Messina sono intervenuti fortunatamente i Carabinieri, i quali hanno bloccato l’auto non appena sbarcata in città, facendo scattare gli arresti della prima tranche, che contano altri otto fermi.