Eclettico, virtuoso e camaleontico, cantore della moderna napoletanità e giullare della tradizione popolare che rivisita da anni con estro e spirito innovativo, narratore di storie antiche e di favole immortali: questo è Peppe Barra.
Attore, musicista, cantante, cabarettista è, senza alcun dubbio, il più interessante artista contemporaneo che Napoli ha regalato alla scena internazionale negli ultimi venti anni.
Peppe Barra nasce a Roma nel 1944; è figlio di Giulio Barra, fantasista e valente artista del Varietà, e dell’indimenticabile Concetta.
Figlio d’arte dunque, che non può non essere affascinato dal mondo del teatro fin da piccolo. L’innato istinto, la mimica, la bellissima voce e la magnetica presenza scenica contribuiscono, nel corso degli anni, a trasformarlo in un cantante attore di grande spessore capace di dialogare con il pubblico e di legare con un filo sempre più sottile il copione all’improvvisazione ed alla carica di ironia tipicamente partenopeo.
Peppe Barra è il protagonista di un viaggio musicale che dura da oltre 70 anni, attraverso le tappe più importanti della sua carriera artistica, raccoglie e restituisce ciò che più ha metabolizzato per emozioni e per contenuti.
La versatilità interpretativa di Peppe Barra si dimostra particolarmente attiva nel contaminare con energia travolgente un repertorio selezionato tra i brani più belli e significativi della musica partenopea, dal ‘600 ai giorni nostri, dagli anonimi a Basile, da E. A. Mario ad Armando Gill, da Leonardo Vinci a Pergolesi fino a De Andrè in napoletano.
I brani sono rivisitati dal genio di Barra, sempre con il sorriso sulle labbra e la sua innata voglia di divertirsi e divertire, di regalare una rosa a chi vuole ridere, custodendo in maniera indiscutibile l’intero patrimonio culturale partenopeo.
Voce e dialetto sono gli strumenti principali del suo lavoro che gli consentono di raggiungere in scena risultati mirabili, con il sostegno di musicisti straordinari che da lungo tempo sono i suoi compagni di viaggio.
Nella seconda metà degli anni settanta Peppe Barra, insieme a Concetta, è stato uno dei protagonisti indiscussi della Gatta Cenerentola, l’opera teatrale di Roberto De Simone, rappresentata con successo in tutto il mondo.
Il legame con la cultura e la tradizione napoletana è fondamentale per un artista che, attento alle sfumature e con energia istintiva e travolgente, fa convivere nei suoi spettacoli suoni e parole in una forma di inseguimento e fusione, ricercando Napoli, raccogliendola nei suoni della sua memoria orale, che egli non intende perdere, nei mercati, nei vicoli, lungo le brezze dei suoi porti, dove si mescolano suoni e ritmi. La forza della parola, gli accenti sospesi del suo dialetto diventano, attraverso i suoi vividi resoconti, la viva e palpitante materia con cui riporta alla superficie le emozioni della sua terra.
Da perfetto comico dell’arte egli è sempre attento a contaminare i generi in quello che è un repertorio costituito da testi classici, canzoni e tammurriate, favole tratte dal Basile e filastrocche popolari, liriche teatrali e poesie, barcarole procidane e storie di viandanti e di re. Un aspetto importante di un’espressione così raffinata deve essere ricercato nell’infanzia, nelle favole che egli ascoltava dalla madre Concetta, seduta con lui intorno al braciere nelle sere d’inverno.
La forza dirompente di una tradizione che è trasformata dall’artista in una forma originale attraverso un linguaggio musicale, rituale e poetico.