Una mattina segnata da una morte che proietta la coscienza sociale e l’opinione pubblica verso innumerevoli questioni.
Una morte che spegne la vita di una bambina di appena due anni e mezzo.
Si tratta di Rosa, una bimba rom, rimasta folgorata da un cavo elettrico allacciato abusivamente nel campo rom di Giugliano. La bimba avrebbe toccato un cavo volante, mentre stava giocando ricevendo una fortissima scossa elettrica.
La bimba è deceduta questa mattina all’ospedale Santobono di Napoli, dopo sei giorni di agonia.
La piccola, infatti, fu trasportata all’ospedale San Giuliano lo scorso mercoledì, dal conducente di un’ambulanza privata, “Gli angeli del soccorso”, automezzo che non era in servizio, ma di ritorno da una riparazione meccanica.
L’autista fu bloccato dal genitore della piccola che la stringeva in braccio priva di sensi, la cui auto si era impantanata. Il giovane autista agì d’istinto e fece salire a bordo i genitori e la piccola, poi la corsa all’ospedale San Giuliano. I medici la rianimarono per poi trasferirla d’urgenza al Santobono.
Ciò nonostante, il cuore della piccola, stamani, ha smesso di battere.
Disposta l’autopsia sul corpo della piccola, mentre le indagini degli inquirenti sono volte a far luce sulle dinamiche e le cause alla base del decesso.
La piccola viveva con i genitori nella zona Asi, nell’area dove qualche anno fa il Comune consegnò diversi moduli abitativi. L’area è stata sequestrata e ora si attendono altri sopralluoghi da parte delle forze dell’ordine. Probabilmente un cavo elettrico manomesso e il contatto con l’acqua avrebbero causato la scarica elettrica fatale alla piccola.
Abusivismo, giochi non confacenti alla “portata di un bambino” ed innumerevoli altre problematiche che immancabilmente prendono il sopravvento quando a tenere banco è la “questione rom”, riemergono manifestando la loro attuale e frequente incidenza nell’ordinaria consuetudine della nostra quotidianità.