Continuano le proteste dei lavoratori che rischiano il posto a causa della chiusura dello stabilimento di Carinaro (CE), deciso dalla multinazionale degli elettrodomestici Whirlpool.
Due giorni fa al Ministero dello sviluppo economico c’è stato l’ennesimo vertice tra i sindacati e i vertici dell’azienda per cercare di trovare un accordo che soddisfi entrambe la parti:
da una parte la Whirlpool che, pur avendo chiuso in attivo i bilanci del 2014, ha deciso di tagliare circa 1300 esuberi tra lo stabilimento di Carinaro e quelli di Albacina (AN) e None (TO);
dall’altra, i sindacati confederati dei lavoratori che cercano di tutelare la sorte di circa 800 persone che rischiano di trovarsi entro dicembre senza lavoro.
Carmelo Barbagallo, segretario generale della UIL, afferma:“Il Governo deve impegnarsi a far rispettare gli accordi. Servono delle leggi europee anche per quanto riguarda il rispetto delle impostazioni produttive e occupazionali delle multinazionali. Non possiamo combattere le multinazionali a Caserta o ad Avellino, ma nei luoghi deputati e il Governo deve darci una mano.”
Immancabile l’affondo contro la politica economica delle multinazionali che, sempre secondo Barbagallo, vengono a fare shopping in Italia finchè conviene loro e poi lasciano centinaia di disoccupati per strada senza che nessuno muova un dito in loro favore.
In realtà, qualcosa si sta muovendo a favore dei lavoratori di Carinaro: la Giunta regionale della Campania, guidata dal governatore uscente Stefano Caldoro, con una delibera ha stanziato 50 mln di euro per il futuro dello stabilimento.
Parole di graditudine sono state spese dal sindaco di Caserta, Pio Del Gaudio, mentre Caldoro da parte sua rimarca che aveva preso un impegno con i lavoratori di Caserta e che mai avrebbe permesso la chiusura dello stabilimento.
C’entrano qualcosa con questo gesto le imminenti elezioni regionali? Chi può dirlo, ma a questo punto ben venga la necessità da parte dei politici di aumentare i loro consensi tra gli elettori se ciò può servire a salvaguardare la situazione lavorativa di tante persone che è in bilico da tanto, troppo tempo.