Nel corso di tre lotti di lavori, durati circa quattro anni, ieri 6 Maggio 2015, è stata restituita al pubblico la Casa della Fontana Piccola negli Scavi di Pompei.
La domus è stata interessata da un intervento globale di restauro appena concluso che ha riguardato sia lavori di consolidamento nell’ambito del Grande Progetto Pompei sia il recupero della fontana e degli splendidi apparati decorativi, il tutto realizzato in tre lotti successivi e finanziati dalla Fondazione Città Italia.
L’ultimo restauro, in ordine cronologico, riguarda proprio la Fontana Piccola, da cui deriva il nome della casa.
Grazie al prezioso restauro, splendono di nuovo i mille colori delle tessere in pasta vitrea che, con tasselli di marmo e conchiglie marine (xystus) impreziosiscono la bellissima fontana policroma rivestita di mosaici e ornata da sculture, sublime esempio di fontana-ninfeo in voga nell’architettura romana a partire dalla metà del I sec. d.C. Questa tipologia di fontane ornò i giardini in età imperiale, quando il desiderio di creare giochi d’acqua ed impiantare decorazioni che richiamavano l’ambiente naturale divennero una moda consolidata da parte della borghesia mercantile pompeiana.
La bocca da cui proviene l’acqua è una maschera tragica in marmo di Sileno posta tra due pappagalli a mosaico, così come dal becco di un’oca tenuta in braccio da un amorino in bronzo: questa statuetta e l’altra di pescatore, poggiate sul bordo della vasca in marmo, sono copie.
Tra le residenze private più antiche di Pompei, risalente all’età sannitica, quella della Fontana piccola è una tipica abitazione da classe dirigente locale. La casa sarebbe appartenuta a un mercante di frutta, il pomarius Helvius Vestalis dell’iscrizione elettorale rinvenuta sulla facciata dell’abitazione. La presenza di due ingressi dalla strada si spiega col fatto che nella prima età imperiale la casa fu ricavata dall’unificazione di due precedenti dimore. Danneggiata dal terremoto del 62 dopo Cristo, la casa fu quasi interamente riaffrescata in IV stile pompeiano. L’impianto originario della Domus (inizi I a.C.) conserva il tipico schema della casa ad atrio, fondato sull’asse ingresso-atrio- tablino (grande stanza usata come sala per ricevimenti), organizzati in modo sontuoso, sicché l’ospite, appena entrato, potesse intuire lo stato sociale del padrone di casa. Qui, il padrone di casa riceveva i clientes e ostentava la sua ricchezza.
Sull’atrio si aprono quasi tutte le stanze; il tetto ha falde inclinate all’interno (compluvium) per raccogliere l’acqua piovana in una vasca al centro del pavimento (impluvium) e da qui nella sottostante cisterna, da dove essa poteva essere recuperata.
Nel giardino il peristilio presenta pareti riccamente decorate ad affresco, con paesaggi ed edifici marittimi.
Potrebbe essere la raffigurazione dell’antico porto fluviale di Pompei, il grande affresco sulla parete del peristilio della Casa della Fontana piccola.
La decorazione pittorica del dipinto restaurato è costituita da un registro decorativo superiore, di colore rosso, un pannello centrale raffigurante il paesaggio marittimo, uno zoccolo di colore giallo e, parallelamente al paesaggio, rimane traccia di una decorazione architettonica. E’ possibile evidenziare la notevole corposità di alcune pennellate, eseguite per definire le minuzie di particolari quali foglie di alberi, personaggi che popolano la scena e capitelli di porticati. Numerosi erano i distacchi dell’intonaco dal supporto murario, specialmente in corrispondenza di alcune lesioni, causate dallo slittamento dei conci murari della struttura di sostegno. Sulla superficie dipinta le infiltrazioni di umidità provenienti dall’esterno avevano provocato fenomeni di disgregazione progressiva dell’intonaco, la formazione di sali di vario spessore e incrostazioni superficiali sulla pellicola pittorica. Molte le stuccature in cemento, probabilmente realizzate durante un intervento degli anni’ 60, che alteravano la lettura dell’immagine.
Il lavoro di recupero del dipinto è stato effettuato con l’utilizzo di diverse metodologie d’intervento volte a ripristinare l’adesione dell’intonaco al supporto murario, a trattare la pellicola pittorica e a demolire le stuccature in cemento.
Di grande importanza è anche un rilievo con il volto di Zeus–Ammone, presente nel tablino.