- “Checché se ne dica su Napoli, settimana scorsa ho perso il portafoglio con soldi e carte. Oggi mi è arrivato tutto il contenuto per posta a Bergamo. Sono commosso. Devo un bel gesto a qualcuno”.
Questo il post pubblicato su facebook da un turista bergamasco reduce da una maldestra sventura, mentre era in vacanza all’ombra del Vesuvio. Un messaggio che, in termini concisi e salienti, sintetizza un episodio che sbeffeggia i luoghi comuni e che potrebbe aprire il varco a prosopopeici dibattiti incentrati sul tema “napoletani ed onestà”.
In realtà, è troppo facile e qualunquistico, a prescindere dalla posizione geografica dalla quale si rivolge lo sguardo verso la questione, giungere a circoscrivere la questione ad una mera fetta di popolazione.
E commetteremmo un madornale errore noi napoletani per primi se, al cospetto di questa vicenda, iniziassimo ad agganciarci al “verdetto” di cui la stessa è portatrice per tessere le nostre lodi ed autocelebrare virtù e valori morali di un popolo puntualmente apostrofato con stereotipi ed etichette pesanti, offensive, dispregiative.
È una questione che non riguarda solo Napoli, ma il mondo, l’umanità e non è una reazione dettata dall’indole o da una forma mentis che scagiona una cultura e ne condanna un’altra: quella che si aziona nella mente umana al cospetto di un portafogli, inerme e smarrito, è una variabile imprevedibile che può propendere verso un epilogo, piuttosto che un altro, a seconda della sensazione che il suddetto ritrovamento sortisce nella coscienza di dell’individuo.
Le famigerate “Olimpiadi dell’illegalità” proposte dalle “Iene” lo confermano: in ogni parte del mondo, al cospetto di un analogo ritrovamento, si azionano reazioni disparate, mai prevedibili e non riconducibili ad uno status o ad una nazionalità.
Poteva accadere a Napoli, ma anche a Berlino, piuttosto che in Oceania.
L’aspetto della vicenda sul quale dovremmo riflettere e focalizzare pensieri ed attenzione è che, secondo il metro valutativo con il quale misuriamo la realtà dei nostri giorni, “l’onestà è una notizia”.